lunedì, 27 Maggio 2024

Alitalia, perdite ridotte ma è in arrivo il nuovo Piano

I conti migliorano, ma Cimoli ha annunciato nuove misure correttive

Nuovo bilancio in rosso per Alitalia
che chiude pero’ i primi sei mesi dell’anno con una perdita di
122 milioni di euro, in deciso miglioramento rispetto ai conti
dello scorso esercizio e, questo, nonostante il pesante fardello
del caro-greggio.
La compagnia teme pero’ che gli effetti del rincaro del
carburante si facciano sentire soprattutto nel secondo semestre
ed annuncia quindi, formalmente, l’avvio di nuove misure
correttive nonche’ l’anticipo di altre azioni di risanamento
previste dal piano industriale. L’obiettivo, assicura l’azienda
guidata da Giancarlo Cimoli, e’ quello di confermare le
previsioni che vedono per il 2005 ”un risultato economico
significativamente migliorativo rispetto a quello del 2004”.
Il cda della ex compagnia di bandiera, che si e’ riunito ieri
per approvare la semestrale, conferma insomma le indiscrezioni
che circolano da tempo senza pero’ varare formalmente alcuna
misura di quelle paventate dai sindacati, allertati per
possibili nuovi tagli di personale per 1.500 unita’ e di nuove
sforbiciate alle buste paga. Proprio ieri i sindacati hanno
firmato l’ultimo accordo su cassa integrazione e solidarieta’
previsto dall’intesa firmata lo scorso anno a Palazzo Chigi e si
dicono indisponibili a ”nuovi interventi di taglio e
contenimento del costo del lavoro”.
Nonostante il caro-greggio, ”la
strategia d’intervento di Alitalia” prosegue e prevede, da un
lato, ”l’anticipazione di alcuni interventi di ristrutturazione
e progetti di efficientamento” previsti dal piano industriale
e, dall’altro ”l’attivazione di un insieme di azioni
addizionali” su network, distribuzione e costo del lavoro che
pero’ sono ancora ”in fase di specificazione progettuale”.
ROSSO SEMESTRE DA 620 A 122 MILIONI. ”Netto” il
miglioramento dell’andamento operativo ed economico anche grazie
alle misure previste dal piano, gia’ aggiornato ad aprile. La
semestrale, inoltre, non solo confermerebbe le previsioni di
budget ma per alcuni aspetti sarebbe anche migliore. L’aumento
del valore della produzione (+209 euro a 2.157 euro), ad
esempio, ”e’ principalmente imputabile all’aumento dei ricavi
da trasporto passeggeri (+15% circa) derivante dalla
significativa espansione della capacita’ offerta, a flotta
costante, piu’ che corrisposta dal mercato” dice la compagnia
ricordando che lo stesso aumento dei costi per consumi (+10% a
1.600 euro) sarebbe di molto inferiore (+3%) se, pur in presenza
di un aumento della capacita’ offerta del 16%, venisse
sterilizzato l’effetto del caro-greggio. Rincaro, questo, che
rispetto allo scorso esercizio sarebbe stato del 49%. Anche il
costo del lavoro ha visto un calo dell’8%, con un decremento
della forza media retribuita di 1.646 posti (di cui 1.280 a
terra) a 19.015 unita’ e cio’ per gli effetti dei nuovi
contratti e dei primi esuberi. All’ abbattimento delle perdite
di 497 mln fa riscontro una sostanziale stabilita’
dell’indebitamento finanziario netto a 1.758 milioni e un flusso
di cassa che, dopo anni ”di dispersione di risorse
finanziarie”, risulterebbe finalmente in pareggio e che,
addirittura, sarebbe tornato positivo a luglio.

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