venerdì, 10 Maggio 2024

Alitalia, profondo rosso nei conti

Perdite per oltre 510 milioni e fatturato in calo del 9%

Un 2003 in profondo rosso per Alitalia, che continua nella cattiva performance anche nei primi mesi del 2004. Il 2003 si chiude con pesanti perdite per 510,581 milioni di euro prima delle imposte e delle componenti straordinarie, in peggioramento di 250 milioni rispetto al 2002. Negativo anche il risultato operativo dell’anno, per 373,350 milioni, con un
peggioramento di 254,8 milioni, e in rosso anche il fatturato
che ha registrato nel 2003 un calo del 9% (4.385 milioni di
euro). Dati che allarmano sempre più i sindacati i quali, in
assenza di segnali da parte del governo rispetto agli interventi di riordino del sistema aeroportuale e di sostegno al settore, hanno confermano lo sciopero generale dell’intero settore del trasporto aereo gia programmato per il 5 aprile. Dal cda, che ieri ha approvato la trimestrale al 31 dicembre
scorso, è emerso che negli ultimi tre mesi del 2003 il risultato operativo è stato negativo per poco meno di 90
milioni rispetto ai 113 milioni in rosso dell’analogo periodo
2002, con un fatturato in flessione di 73,7 milioni a 1,083
miliardi di euro. In aumento anche l’indebitamento finanziario netto registrato degli ultimi tre mesi, cresciuto di 229 milioni di euro a 1,44 miliardi, mentre l’azienda ha visto scendere le disponibilità monetarie nette da 825 a 515 milioni. Il risultato prima dei componenti straordinari e delle imposte del trimestre è stato negativo per 146 milioni di euro, in miglioramento per 22 milioni rispetto alla perdita di 168 milioni dello scorso anno. Per quanto riguarda l’evoluzione del traffico e del network nel settore passeggeri, da ottobre a dicembre Alitalia ha tentato una manovra di recupero immettendo sul mercato, complessivamente, capacità aggiuntiva pari a un 6,9% in più rispetto al corrispondente trimestre dello scorso esercizio. L’aumento della capacità ha permesso una crescita del trasportato del 10,6%, con un conseguente aumento del coefficiente di riempimento del 2,4%. Ma l’erosione dei proventi unitari (yield), da tempo in corso, ha fatto registrare un calo
del 6,6% nei confronti del quarto trimestre 2002. Sulla scia di un andamento negativo da anni, anche il 2004 si è aperto all’insegna di forti criticità: la conflittualità con i sindacati, che hanno messo in atto scioperi selvaggi, assieme al boicottaggio delle agenzie di viaggi dopo la riduzione dal 3 all’1% delle commissioni per l’intermediazione ha ”vanificato – rileva l’azienda – le crescite di provento
programmate sulla base del piano industriale 2004-2006” messo a punto del precedente amministratore delegato Francesco Mengozzi. Alcuni segnali registrati più di recente, dopo la sostituzione di Mengozzi con Marco Zanichelli, sembrerebbero positivi: la ritrovata disponibilità delle parti sociali a discutere possibili rimodulazioni del piano in un ”clima che appare più costruttivo”; la recente lettera della presidenza del Consiglio dei ministri con cui è stato formalmente dichiarato l’intendimento del Governo a procedere nell’attuazione delle misure di riordino del settore del trasporto aereo, dei requisiti di sistema e degli interventi di sostegno del reddito; il superamento del contenzioso con gli agenti di viaggio. Elementi che, assieme ai recenti segnali di mercato, fanno ipotizzare – secondo la compagnia – ”un percorso di recupero per i ricavi”. Il quadro di incertezza, relativo anche al clima precedente l’avvio della rimodulazione del piano industriale, ha però determinato il rinvio dell’approvazione del progetto di bilancio 2003 al maggior termine previsto dallo statuto.

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