giovedì, 2 Maggio 2024

Alitalia, sale la temperatura con i Sindacati

Blocco delle piste e forme di protesta mai viste se il Governo temporeggia

Una mobilitazione senza precedenti, con forme di lotta dura finora ancora mai intraprese, anche ricorrendo al blocco delle piste. E’ quanto minacciano le organizzazioni sindacali se non arriveranno da Governo ed Alitalia soluzioni ”chiare e concrete” sulle sorti della compagnia aerea. Con l’assemblea generale dei lavoratori Alitalia di ieri all’aeroporto di Fiumicino, che peraltro si è svolta senza
l’appendice di cortei o di particolari disagi per i passeggeri, risale così la temperatura della mobilitazione dei dipendenti del gruppo che, a più voci, hanno espresso ”esasperazione per la situazione di stallo e di temporeggiamento”. ”Non è più tempo di aspettare, siamo in una situazione drammatica”: è stato il lait motive ricorrente. E così, a farsi interpreti della rabbia dei lavoratori, sono stati i rappresentanti sindacali. Se il segretario nazionale della Fit Cisl, Claudio Genovesi, ha lanciato un ultimatum minacciando ”una mobilitazione che paralizzerà il trasporto aereo, in caso di mancanza di risposte dal Cda di Alitalia e dal Governo, che invitiamo a ritrovare una posizione unitaria e a metter fine alle bizze”, ancora più espliciti sono stati altri intervenuti
che hanno raccolto consensi nella platea. ”Dobbiamo fare come hanno fatto in Francia – ha detto Antonio Amoroso, del Cub Trasporti – con una lotta ad oltranza, ricorrendo anche
all’invasione delle piste. Non è un’utopia ribaltare lo
scenario che ci stanno preparando. Basta con questo clima di de profundis sulle sorti della Compagnia. Non si può più
aspettare oltre”. Intanto, accanto ai proclami, le prime iniziative che rilanciano la vertenza: domani pomeriggio un sit-in del Cub Trasporti dinanzi a Palazzo Chigi, che sarà replicato venerdì pomeriggio dagli altri sindacati, come ha annunciato Guido Moretti, segretario nazionale Uil-Trasporti.
”L’Alitalia rischia di fare la fine di Parmalat – ha
aggiunto – con l’arrivo di un curatore fallimentare: allora non ci sarà più spazio per una trattativa. Vogliamo impegni
concreti in Parlamento per stanare, fra maggioranza ed
opposizione, chi non vuole la salvezza della compagnia”
L’assemblea di ieri, a differenza di quelle organizzate
durante la gestione Mengozzi, non ha avuto conseguenze sui voli della compagnia di bandiera, né all’aeroporto di Fiumicino si sono registrati disagi per i passeggeri. Ma la situazione rischia di diventare presto incandescente, stando almeno alle parole pronunciate nel corso della manifestazione. A meno che, come è sembrato di percepire in alcuni momenti dell’assemblea, non finisca per prevalere tra i dipendenti una sorta di rassegnazione, quella che alcuni sindacalisti hanno definito un ”de profundis anticipato al quale bisogna reagire”.

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