Alitalia, tutto ruota intorno al Cda di giovedì

I Sindacati oggi si riuniscono nuovamente, mentre sembra ci sia un nuovo Piano

Ore decisive per l’Alitalia. In attesa del cda di giovedì, che potrebbe ufficializzare le dimissioni dell’amministratore delegato, Francesco Mengozzi, sabato è emerso un piano alternativo, con l’accelerazione della privatizzazione e un’eventuale periodo di amministrazione straordinaria. Un’ipotesi che innesca il dibattito politico, con An e Lega quanto meno perplesse. Per il vice ministro delle Infrastrutture, Mario Tassone, la cessione della compagnia (controllata dal Tesoro al 62,33%) ”va bene se è utile per innescare delle strategie, ma deve essere controllata perché non abbia il sapore di una svendita”. I sindacati puntano l’indice contro l’assenza di una posizione chiara da parte del governo e chiedono una ripresa del confronto a Palazzo Chigi. E avvertono: se ciò non avverrà in tempi rapidi, la risposta sarà dura. In particolare, il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti , sottolinea la necessità di un piano di rilancio concreto. Che significa, puntualizza, ”incremento delle rotte, delle quote di mercato e
della flotta”. La vertenza Alitalia, dunque, rischia di inasprirsi ulteriormente. Oggi le sigle del trasporto aereo (Cgil, Cisl e Uil, Ugl di categoria, Anpac, Up, Anpav, Avia, Atv si incontreranno) torneranno ad incontrarsi per fare il punto della situazione. I sindacati hanno già indetto uno sciopero per il 5 marzo di quattro ore del personale del trasporto aereo e di 24 per i dipendenti del gruppo Alitalia. Ma dietro l’angolo potrebbero esserci nuove mobilitazioni. Secondo i sindacati, ad alimentare la confusione anche gli ultimi scenari che si starebbero disegnando per Alitalia e cioè la privatizzazione passando per l’amministrazione straordinaria. Per Angeletti, ”riducendo ancora il numero dei passeggeri e le fette di mercato, l’Alitalia diventerebbe
una compagnia assolutamente marginale, con al massimo delle
rotte interne e qualche linea per Bruxelles. La sopravvivenza
dell’impresa dipende dalla dimensione effettiva della compagnia. Per questo vogliamo un nuovo piano di sviluppo”. La stessa ipotesi di privatizzazione dell’Alitalia è un ”fatto secondario”, mentre la premessa resta sempre il suo
rilancio. Il nostro è chiaramente un ‘no’, spiegato ancora
Angeletti, se la privatizzazione è solo un modo per poi
liquidarla. Discordo diverso, invece, ”se si trovano degli
imprenditori privati che vogliono intervenire per sostenere lo sforzo di rilancio”. Quanto alla tesi secondo cui l’uscita dell’amministratore delegato Francesco Mengozzi
faciliterebbe una soluzione per Alitalia, Angeletti cita la
vecchia regola secondo la quale i manager li scelgono gli
azionisti e li giudicano il mercato. ”Questo – osserva – vale per tutti i manager e in tutto il mondo e, quindi, anche in Italia”. ”Bisogna tornare subito a Palazzo Chigi per riprendere il confronto. In gioco c’è il settore aereo del paese”, afferma il segretario nazionale della Filt-Cgil, Roberto Scotti, secondo il quale è in corso un ”dibattito incomprensibile su ipotesi poco chiare per Alitalia e sui nomi di possibili manager”. Il sindacalista torna a chiedere, quindi, un progetto complessivo ”con dentro una soluzione per la compagnia”. Mentre per il segretario confederale della Cisl, Raffaele Bonanni, è ”molto strano che l’amministrazione delegato dell’Alitalia, Francesco
Mengozzi, faccia pressione per andarsene nel momento più
delicato”. Per Fabrizio Tomaselli della segreteria nazionale del Sulta, ”il governo deve dire con chiarezza cosa intende fare del trasporto aereo e di Alitalia perché il sistema sta andando in crisi nera. Nel governo c’è una grande confusione, ognuno ha una posizione diversa dall’altra. Lunardi è da un anno che parla della privatizzazione di Alitalia, ma se c’è questa cordata di imprenditori che vuole acquisirla perché ciò non è avvenuto?”. In particolare, sull’ipotesi privatizzazione il parlamentare di An, Gigi Martini, rimarca la ”singolarità” di questo epilogo della vicenda Alitalia che ”porta ad una liquidazione chiamata privatizzazione e dove ci sono già pronti dei privati che hanno presentato progetti…”. ”Di solito quando si privatizza si seguono altre procedure”, osserva.

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