giovedì, 18 Aprile 2024

Antitrust, multate Alitalia e altre compagnie per 1,83 mln

La sanzione in seguito all’intesa sul sovrapprezzo del carburante

L’Antitrust ha multato Alitalia e altre compagnie aeree per un’intesa sul sovrapprezzo di carburante. La sanzione complessiva è di 1,836 milioni di euro, di cui 1,582 ad Alitalia in quanto “‘promotrice e coordinatrice dell’intesa”
Con Alitalia sono state multate Meridiana per 86 mila euro, Alpi Eagles per 19 mila euro, Air Europe per 62 mila euro, Volare per 52 mila euro e Air One per 35 mila euro. L’Antitrust contesta a queste compagnie di aver, grazie all’intesa sui sovrapprezzi, cristallizzato il reciproco posizionamento tariffario, neutralizzando l’impatto sul mercato dello shock dovuto al rincaro petrolifero. La pratica concertata posta in essere da Alitalia e da queste altre compagnie, ”volta a coordinare le rispettive politiche di prezzo, può essere considerata – scrive l’Antitrust – tra le restrizioni più gravi della concorrenza poiché ne ostacola la capacità di garantire l’efficienza
allocativa e di mantenere il livello dei prezzi più basso possibile”. Nonostante “la gravità” dell’infrazione, l’organismo ha “ritenuto di irrogare una sanzione particolarmente lieve, in considerazione della situazione di grave sofferenza del mercato al momento dell’introduzione del supplemento” tariffario correlato all’aumento del prezzo del carburante (fuel surcharge).
L’Antitrust ha inoltre graduato le sanzioni considerando il diverso ruolo di ciascuna compagnia
nell’intesa e valutando come attenuanti le iniziative di alcune compagnie aeree per rimuovere l’infrazione contestata. L’Autorità contesta a queste compagnie di aver concertato l’applicazione contestuale del supplemento tariffario di identico importo tra il giugno del 2000 e l’aprile del 2001.
Secondo l’Antitrust nel giugno del 2000, Alitalia, Meridiana, Air One ed Alpi Eagles, ”a seguito di un intenso scambio di informazioni, rispetto al quale Alitalia risulta aver svolto un ruolo centrale di promozione e coordinamento, hanno contestualmente introdotto un supplemento tariffario correlato all’aumento del prezzo del carburante, della medesima entità per tutte le tratte nazionali (10 mila lire) ed evidenziato separatamente dalla tariffa base”. Nel ricostruire la vicenda l’Autorita’ per la concorrenza ricorda poi che nell’agosto dello stesso anno Alitalia ha annunciato l’ intenzione di aumentare il supplemento da 10 a 24 mila lire per ciascuna tratta. Stessa identica decisione e’ quindi stata presa da Volare, Air Europe, Alpi Eagles ed Air One che ”hanno segnalato direttamente o indirettamente ad Alitalia” l’intenzione di procedere ad incrementi tariffari identici. In questo modo, dice l’organismo, gli operatori sono riusciti a ”cristallizzare” la situazione di mercato, mantenendo invariato il reciproco posizionamento tariffario e ”neutralizzando l’impatto potenziale sul mercato dello shock dei costi dovuto al rincaro del carburante”. Tutto cio’ ”in danno alla concorrenza”. Oltre a condannare la pratica volta a coordinare le strategie di prezzo, che viene considerata ”tra le restrizioni piu’ gravi della concorrenza”, l’Authority sottolinea anche il danno alle
tasche dei consumatori. Gli aumenti di 10 e 24 mila lire vengono infatti giudicati ”assai rilevanti” non solo in termini assoluti ma anche in relazione alle diverse tariffe. Tali aumenti, insomma, hanno inciso in misura proporzionalmente maggiore proprio sulle tariffe più economiche, fino a circa il 20%. Proprio di recente l’Antitrust ha multato Alitalia per 2 milioni di euro a conclusione di una lunga vertenza aperta con la compagnia per alcuni rapporti di “fidelizzazione” tenuti con alcune agenzie di viaggio anche a danno delle compagnie concorrenti. Anche in questo caso l’Autorità ha deciso alla fine di un lungo contenzioso di comminare una multa lieve, a fronte di un’ infrazione ritenuta grave sotto il profilo della concorrenza, proprio in considerazione della situazione di mercato del settore dopo l’11 settembre. L’organismo ha inoltre deciso di graduare le sanzioni tra gli operatori considerando il diverso ruolo giocato da ciascuno di essi e imputando ad Alitalia quello di ”promotrice e coordinatrice dell’intesa”. Non ha invece riscontrato ”elementi sufficienti” per provare che gli altri vettori attivi sulle rotte nazionali coinvolti nell’istruttoria, Air Dolomiti LARE, Gandalf, Deutsche Lufthansa, Federico II, Azzurra e National Jet Italia, abbiano partecipato alle infrazioni
contestate.

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