venerdì, 10 Maggio 2024

Aumenta l’estensione del Parco dei Nebrodi

Con il decreto di riperimetrazione dell’assessore Cascio entrano Acquedolci e Troina

Aumenta l’estensione del Parco dei Nebrodi. L’assessore regionale al Territorio e ambiente, Francesco Cascio, ha firmato il decreto di riperimetrazione del Parco naturale più esteso dell’isola e tra le più importanti aree protette d’Italia. Ai ventuno comuni di tre province (Messina, Catania e Enna) già presenti si aggiungono adesso Acquedolci, comune messinese della zona tirrenica e Troina dell’ennese. Pronto ad entrare è anche un altro comune della provincia di Messina, Raccuja, il cui iter è ancora in fase istruttoria. Oltre all’ingresso dei due nuovi comuni, con il decreto dell’assessore Cascio è stato aumentato anche il territorio di Cerami, in provincia di Enna.
“Per la prima volta – spiega l’assessore Cascio – un Parco aumenta i propri confini. E’ cambiata la mentalità verso l’ambiente. Oggi, quasi quasi, si fa a gara affinché il proprio territorio venga tutelato. Dodici anni fa quando il Parco fu istituito, i Comuni furono restii a farvi parte, tanto che rispetto alla proposta iniziale, che interessava 38 Comuni su 4 province per un’estensione di 141 mila ettari, il progetto definitivo fu poi quasi dimezzato. Questa “inversione di rotta” rappresenta un segnale importante, che segue la stessa strategia del governo regionale, che tra i propri obiettivi prioritari ha inserito la tutela del territorio e la salvaguardia dell’ambiente”.
Proprio nei giorni scorsi, l’assessore Cascio aveva firmato un altro decreto con il quale veniva rivista l’estensione delle zone Sic, i siti di interesse comunitario (che tutelano particolari habitat naturali) e Zps, le zone a protezione speciale (per la salvaguardia di particolari specie ornitologiche). Con la nuova disposizione il territorio tutelato nell’isola (tra parchi, riserve, sic e zps) raggiunge il 19,55 per cento, ben al di sopra della media nazionale che si ferma all’11 per cento. Il provvedimento firmato da Cascio riguarda, principalmente le isole Eolie, le Egadi, le Pelagie, lo stretto di Messina e la zona di Gela. Il territorio protetto in Sicilia, negli ultimi dieci anni, è triplicato, passando da circa 200 mila a 600 ettari.
“Quattro parchi e 77 riserve naturali – riprende Cascio – fanno della Sicilia un patrimonio ambientale di inestimabile valore. Per questo motivo dobbiamo puntare ad attirare in Sicilia i turisti amanti della natura, creando un percorso naturalistico che colleghi le varie zone tutelate dell’isola. Questo governo ha a cuore la tutela dell’ambiente e nei prossimi mesi la percentuale del territorio tutelato aumenterà ulteriormente. Tra le riserve naturali, pronte a partire – riprende l’assessore – ci sono Lipari, Egadi e Pantani siciliani Sud-orientale. Anche le altre riserve previste dal Piano del ’91 dovrebbero essere istituite non appena completati tutti gli iter burocratici”. In alcuni casi, il ritardo nell’istituzione è stato dovuto alle sentenze del Tar, che su ricorso dei singoli Comuni, ne hanno decretato la bocciatura. In particolare, il Piano prevedeva l’istituzione di 79 riserve, di queste 6 sono state assimilate all’interno dei parchi Nebrodi e Madonie, altre 7 sono state annullate dal Tar e 6, infine, sono quelle per le quali sono già stati definiti tutti gli atti istruttori propedeutici alla loro istituzione.
“L’ambiente – conclude Cascio – non può essere lo sfondo della società siciliana; l’ambiente rappresenta il centro della scena. Ad esso si riconnettono ad esempio il turismo, la valorizzazione dei beni culturali, il rilancio dell’agricoltura, la valorizzazione dei nostri boschi, la stessa industria, ma anche la gestione del ciclo dei rifiuti. Valorizzare il territorio muovendo dal pregevole lavoro di monitoraggio dell’assessorato è quindi un atto dovuto ma principalmente un’opportunità”.

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