Australia promossa dai turisti italiani

I connazionali spendono di più in Francia e preferiscono le mete culturali

L’Australia è il paese straniero più apprezzato dagli italiani che hanno viaggiato all’estero nel 2005. Questo il risultato dell’indagine “I viaggi all’estero degli italiani: motivazioni, destinazioni e soddisfazione” presentata alla settima conferenza Ciset-Uic dal titolo “L’Italia e il turismo internazionale nel 2005, risultati e tendenze per incoming e outgoing”. L’indagine delinea l’opinione dei viaggiatori italiani all’estero, facendo riferimento a parametri come qualità degli alloggi, cortesia degli abitanti, qualità ambientale, informazioni sulle destinazioni, prezzi vantaggiosi, presenza di beni artistici e culturali e qualità dei pasti. Dopo l’Australia si colloca in seconda posizione la Polinesia francese e terza la Thailandia. “Gli italiani per i viaggi all’estero nel 2005 – rende noto Andrea Alivernini, dirigente Uic – hanno speso 18 miliardi di euro. Francia, Usa, Spagna e Germania sono i paese in cui hanno speso di più”. Il turismo culturale ha, invece, registrato una spesa di 3.067 milioni di euro, superando la preferenza di mete marittime e montane. Riguardo poi alla composizione della spesa secondo il prodotto acquistato, è emerso che gli italiani preferiscono spendere di più per gli alloggi (47%) per i pasti (22%) e per lo shopping (13%). Gli italiani che nel 2005 hanno preferito recarsi all’estero con viaggi organizzati hanno speso 4.441 milioni di euro. La spesa più consistente è stata fatta per pacchetti di viaggio Italia-estero con incluso il trasporto all’interno del paese visitato, l’alloggio e i pasti (26%), mentre l’all inclusive ha intercettato una spesa pari al 19%. In media, chi ha acquistato un pacchetto, ha speso 836 euro per un viaggio di durata media di 8 giorni. Le destinazioni più gettonate sono state: Egitto, Usa e Spagna. L’aerea dei Caraibi e l’Africa hanno mostrato la maggior percentuale di viaggiatori partiti con un pacchetto prepagato (rispettivamente il 65% e il 60%), mentre l’Europa occupa gli ultimi posti (meno del 10%).

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