venerdì, 17 Maggio 2024

Autostrade del Mare, la Corte dei Conti boccia l’operato del Ministero

Manca la programmazione e sono state realizzate solo il 12% delle opere

Autostrade del mare, se ne continua a parlare ma per ora restano solo sulla carta. La Corte dei Conti bacchetta il ministero delle Infrastrutture e le autorità portuali, con alla mano i risultati di un’ indagine sullo stato di attuazione dei piani di sviluppo del trasporto marittimo delle merci in connessione con i sistemi intermododali. A distanza di un quinquennio dall’ emanazione della legge, i risultati raggiunti con le infrastrutturazioni portuali ”sono ancora del tutto insufficienti”, scrive la Corte nel rapporto.
Venticinque i porti sotto esame e la pagella è allarmante: la media dei lavori realizzati è inferiore al 12%, su 123 interventi infrastrutturali autorizzati. La colpa? Secondo i giudici contabili, va addebitata soprattutto a tre fattori: l’assenza di programmazione da parte del ministero delle Infrastrutture, erogazioni non mirate bensì a pioggia, e obiettivi ”troppo vaghi e generici” del nuovo piano generale dei trasporti (Pgt), ”con indicatori appena abbozzati nei principi, con risorse e strutture ancora da definire, in una proiezione temporale molto ampia (10 anni), senza indicazioni di tappe intermedie”.
E ciò è ancora più grave se si pensa che l’ Italia, scrive la Corte dei Conti, ”e’ l’ unico Paese europeo che trasporta circa il 70% delle merci su strada, e ciò non appare ”del tutto armonico con le necessità di contenimento dei costi e della salvaguardia dell’ ambiente”. Invece, puntualizza la Corte ancora a proposito del Pgt, ”tali numerosi obiettivi possono adeguatamente realizzarsi solo a condizione che vengano indicati con precisione tempi, modi e costi delle operazioni, con preventiva individuazione di strutture, mezzi e risorse necessarie”. Ingente la mole di finanziamenti che, nel totale, ammontano a quasi 3,5 miliardi di euro. Su 25 porti presi in esame dai giudici contabili, solo 6 autorità hanno completato alcuni degli interventi autorizzati, peraltro non ancora collaudati. Le autorità portuali ‘virtuose’ sono Catania, Civitavecchia, Gioia Tauro, Livorno, Salerno e Savona ma la percentuale media dei lavori realizzata è addirittura inferiore al 20% (19,5%). Su un totale di 123 interventi autorizzati sono stati effettuate sono 24 opere, e di queste ”ben 7 non riguardano opere vere e proprie ma acquisti di aree destinate alle opere stesse”. La percentuale media scremata dagli interventi non pertinenti scende infine addirittura all’ 11,8%, poichè altre 5 delle 24 infrastrutture riguardano opere non destinate alle autostrade del mare. I giudici contabili puntano il dito sul ministero delle Infrastrutture: tali carenze e ritardi vanno imputati ”all’assenza di una completa programmazione da parte del ministero delle Infrastrutture – scrivono – sia sui lavori che sull’individuazione delle tratte, con conseguente erogazione ‘a pioggia’ dei finanziamenti per le autostrade del mare, sulla base delle mere ripartizioni delle risorse indicate nel decreto del 2001”. La Corte non manca di bacchettare la non compiuta operatività del Servizio di controllo interno di Gestione e chiosa: ”anche sotto questo aspetto l’esito dell’indagine è deludente giacchè a distanza di 4 anni dal decreto legislativo, il ministero non si è ancora dotato di indicatori sulla produttività degli uffici”. Non solo: l’impietosa requisitoria non risparmia neppure l’assetto normativo. Infatti, ”la riforma dei porti entrata a regime soltanto da pochi anni – rilevano i giudici – ha mostrato l’esigenza di una decisa revisione della legge a causa degli evidenti limiti nel meccanismo di nomina dei presidenti delle Autorità portuali”, in ragione, spiegano, dei ”conflitti frequenti tra i centri decisionali Ministero-Enti locali-Regioni”. La Corte riconosce la validità delle ragioni addotte dal ministero in ordine ai ritardi esposti quali un allungamento della tempistica dovuto al carattere degli interventi di grande infrastrutturazione e ”di notevole mole”, in relazione ai quali ”le valutazioni ambientali acquistano sempre maggiore rilevanza condizionandone in misura crescente la realizzazione”. Purtuttavia, stigmatizza la Corte, in termini di efficacia-efficienza dei risultati, la valutazione dell’attività del ministero ”non può essere considerata positiva, in quanto nell’arco di un quinquennio è stato realizzato meno del 22% degli investimenti autorizzati dallo Stato per le infrastrutture necessarie al debutto delle autostrade del mare”, anche se di recente, rilevano i giudici contabili, ”va riscontrata una notevole accelerazione delle iniziative per la realizzazione dei progetti di trasporto via mare”. Criticità che l’Italia ”sarà obbligata a risolvere rapidamente allo scopo di restare al passo con la incalzante trasformazione del settore del trasporto merci”’, le autostrade del mare sono state infatti inserite nella quick start list dall’Unione europea, ricorda ancora la Corte; ovvio che la tempistica per l’utilizzazione delle risorse previste dalla Ue però ”dovrà essere assolutamente rispettata” pena la perdita dei fondi comunitari.

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