venerdì, 8 Novembre 2024

Il valore dei centri storici d’Italia, Franceschini: ma attenti all’effetto Disneyland

“I 109 centri storici italiani occupano circa 172 chilometri quadrati, vale a dire lo 0,06% del territorio italiano. Una porzione di territorio estremamente contenuta ma eccezionalmente ricca di valori: in questo 0,06% del territorio vive infatti il 2,5% della popolazione e si trova, ad esempio, il 13,4% delle attività ricettive”. E’ quanto emerge dalla prima indagine conoscitiva sui centri storici dei 109 Capoluoghi di Provincia italiani realizzata da ANCSA – Associazione Nazionale Centri Storico artistici.

“Tra il 2001 e il 2011 – sottolinea Francesco Bandarin, presidente dell’ANCSA – gli addetti che lavorano nei centri storici sono cresciuti del 18,7%, nello stesso periodo l’occupazione in Italia è cresciuta del 4,5%. I settori maggiormente innovativi, come i servizi di produzione e il turismo, caratterizzano i centri storici italiani: essi sono il motore economico del Paese”.

Ma ci sono anche delle criticità: c’è una frattura pesante secondo lo studio tra i centri che diventano cuore pulsante della ripresa e quelli che vivono l’abbandono, la crisi, il degrado. Il 52% delle abitazioni nel centro storico di Frosinone è vuoto, a Ragusa è il 42%, mentre a Lecco il 42,2% delle abitazioni è occupato da non residenti. Nella Città Vecchia di Taranto un edificio su tre è inutilizzato, nel centro storico di Caltanissetta un edificio su cinque è inutilizzato, ad Agrigento, Benevento, Vibo Valentia, Trapani sono 1 su 10. In molte città del nord gli edifici inutilizzati hanno valori infinitesimali: 0,1% a Firenze, 0,2% a Siena.

Ma il ministro della cultura Dario Franceschini lancia l’allarme: “è determinante regolamentare i flussi per non trasformare i centri storici in una sorta di Disneyland. Lo ripeto: sono contrario a far pagare ticket per entrare in un centro storico, in una piazza o in una strada che sono per loro natura ‘libere’ ma si può usare un criterio di regolamentazione dei flussi che le nuove tecnologie consentono in modo assolutamente non invasivo”.

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