Cinque nuovi gioielli rurali entrano nel ‘Registro dei Paesaggi Rurali’

Cinque nuovi gioielli della cultura e della tradizione agricola italiana hanno ottenuto il riconoscimento di ‘Paesaggio rurale storico’ per l’iscrizione nel ‘Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali’, che con questi ne annovera ad oggi un totale di 27. Il registro è stato istituito nel 2012 dal ministero delle politiche Agricole e Forestali (Mipaaf) proprio per sostenere il ruolo dell’agricoltore come ‘Custode del Paesaggio’, tra storia e qualità agricola, un patrimonio unico del nostro Paese.
La lista dei 5 dossier approvati in una riunione in teleconferenza del 31 maggio dell’Osservatorio Nazionale del Paesaggio Rurale, delle Pratiche Agricole e Conoscenze Tradizionali, alla presenza del ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli, si completa con il paesaggio rurale storico delle praterie e dei canali irrigui della Val d’Enza (Emilia Romagna), la corona di Matilde di Alto Reno, terra di castagni (Emilia Romagna) e il paesaggio del grano nell’area cerealicola di Melanico in Molise (Molise).
“Un risultato importante per questi territori – spiega all’ANSA, Mauro Agnoletti coordinatore della segreteria scientifica dell’Osservatorio Nazionale del Paesaggio Rurale – dalla lista nazionale si può accedere ai dossier per i siti UNESCO o al programma FAO per la protezione del patrimonio agricolo. I cinque dossier di candidatura – aggiunge – si andranno a sommare ai 22 siti già iscritti, e due pratiche tradizionali: l’Alberata d’Asprinio: Vitigno di Alberata Aversana o Vite Maritata al Pioppo e l’irrigazione tramite sistema Waale in Val Venosta, in Alto Adige”.
Secondo Agnoletti “l’incremento delle candidature di questi ultimi anni, conferma il crescente interesse dei territori rurali per questo programma del Mipaaf, che valorizza il paesaggio rurale come valore aggiunto non riproducibile dalla concorrenza per lo sviluppo del territorio rurale nelle aree dove altri modelli di agricoltura non sono riusciti ad essere efficaci”.

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