sabato, 18 Maggio 2024

Cisl Sicilia, presentato il libro bianco sui trasporti

Strade e ferrovie ferme al palo insieme a 5.791 Mln di Euro

Il sistema dei trasporti in Sicilia ”fa venire in mente la groviera”. E’ ”il regno delle incompiute” nonostante i 5.761 milioni d’euro resi disponibili dal 2001 dai quattro accordi di programma-quadro su viabilità, ferrovie, porti e aeroporti. Ad affermarlo e’ Paolo Mezzio, segretario della Cisl nell’Isola, che denuncia che ”a distanza di oltre due anni, soprattutto per strade e ferrovie quasi nessun progetto è decollato”. E la Sicilia, con un indice di 67,9 si conferma ”fanalino di coda” in Italia: al 15° posto tra le regioni per dotazione d’infrastrutture, seguita da Molise (59), Basilicata (59,4), Calabria (61) e Abruzzo (66,7). A mettere a fuoco la realtà del sistema regionale dei collegamenti provvede il libro bianco (”Monitoraggio delle opere infrastrutturali nel settore dei trasporti in Sicilia”) elaborato dal Centro studi Cisl e che il sindacato ha presentato stamani a Palermo, nella sua sede regionale. Un centinaio di pagine in due parti redatte da Gianni La Greca, del Dipartimento trasporti del Centro studi, e corredate di schede, analisi, tabelle che analizzano dettagliatamente la rete delle infrastrutture dell’Isola distinguendo per provincia e modalita’ di trasporto: viabilità, ferrovie, porti, aeroporti, tram, interporti. E a margine d’ogni scheda, le note del sindacato.
Ne viene fuori che il 40% di quegli 11.154 miliardi di vecchie lire impegnati da oltre due anni riguarda ”opere in corso di realizzazione da almeno un decennio e per le quali le risorse sono state ripetutamente riciclate. Cosi’ giocando sull’effetto annuncio”. Pertanto, rileva la Cisl, ”se non interverranno rapidamente fatti nuovi nella politica regionale e in sede nazionale, la regione perderà l’appuntamento col 2015” che il Piano direttore dei trasporti, approvato dall’Ars nel 2002, indicava come orizzonte temporale massimo per il decollo delle infrastrutture. Per il sindacato è ”indispensabile”, soprattutto in vista dell’allargamento a Est dell’Ue e dell’avvio dell’area di libero scambio tra paesi mediterranei, il via a ”opere che purtroppo ancora mancano di copertura finanziaria”. Cosi’, sul fronte della viabilità la tratta autostradale Modica-Gela-Agrigento-Castelvetrano; le statali Palermo-Agrigento, Agrigento-Caltanissetta, Gela-Catania, Ragusa-Catania, Trapani-Mazara del Vallo, Nord-Sud (cioè da Santo Stefano di Camastra a Gela). E quanto alla Palermo-Agrigento in particolare, si tratta, rimarca Mezzio, di ”una sorta di emblema negativo”: i 781,40 milioni necessari per la sua realizzazione sono infatti tutti da reperire. L’unico costo finora coperto è quello della progettazione. In pratica, commenta La Greca, ”l’opera è all’inizio del percorso sebbene negli ultimi trent’anni sia stata più volte programmata e finanziata, dallo Stato e dall’Ue”.
Il libro bianco sollecita, per la dorsale Nord-Sud (costo: 681,21 milioni) ad ”attingere alla nuova programmazione Anas 2002-2004 e ai fondi per le aree depresse”. Denuncia che per la Agrigento-Caltanissetta (619,75 milioni) ”si è fermi alle fasi preliminari della progettazione”. Indica nella Caltanissetta-Gela ”l’esempio tipico di come, passando vari decenni dalla programmazione alla realizzazione, l’opera alla fine risulti inadeguata. Cosicché dopo il completamento occorrerà pensare alla ristrutturazione”. Ancora, contesta che la Trapani-Mazara del Vallo non sia ”espressamente indicata” nel piano regionale dei trasporti. Ed evidenzia che il complesso delle opere viarie ferme allo stadio di progetti, ”se realizzate mobiliterebbero risorse per 3.086 milioni”.
Ma un impatto non da poco sull’economia, segnala la Cisl, potrebbero averlo, se realmente spesi, anche i 2.182,9 milioni disponibili per infrastrutture ferroviarie; i 635,3 stanziati per opere nei porti; i 344,8 milioni previsti per impianti aeroportuali. E anche i 222 destinati a collegamenti via tram e i 51 in programma per la costruzione dei due interporti, di Catania-Bicocca e Termini Imerese. E’ però vero, riconoscono Mezzio e La Greca, che l’accelerazione della spesa richiederebbe ”snellimento al massimo delle procedure per assicurare tempestività e certezza di realizzazioni”. Da questo punto di vista la legge-obiettivo, entrata in vigore nel dicembre 2001, se si propone di accorciare i tempi dell’apertura dei cantieri ”non è però servita finora ad acquisire nuove risorse per opere pubbliche”. Quanto al ponte sullo Stretto, per Michele Magistro e Santino Spinella, segretari nell’Isola della Fit (la federazione dei trasporti) e della Filca (la categoria delle costruzioni), potrebbe costituire, affermano durante la presentazione dell’indagine, un’opportunità per la Sicilia ”se riuscisse a innescare l’organizzazione d’un sistema integrato, a rete, tra le diverse modalità di collegamento”. Le opere che per il sindacato sono ”essenziali” perché il ponte sia ”la cerniera d’un nuovo sistema di comunicazioni tra Nord e Sud d’Europa” sono, precisa il libro bianco: la Catania-Siracusa-Gela-Castelvetrano e il raddoppio ferroviario lungo gli assi Messina-Palermo e Messina-Siracusa.
E a proposito delle vicissitudini vissute a Bruxelles nelle ultime settimane dall’infrastruttura di collegamento tra le due sponde dello Stretto, prima con l’esclusione dalla Quick list start (la lista degli impegni più urgenti dell’Ue, ndr) e poi col salvataggio politico ad opera dei ministri europei dei Trasporti, il sindacato rimarca che ”il nodo vero che i governi nazionale ed europeo devono sciogliere è quello dell’accesso alle risorse”. L’Ue, spiega infatti la Cisl, interviene a sostegno delle opere che classifica come prioritarie con finanziamenti dal 10 al 30%. Per il ponte si tratterebbe di una cifra oscillante tra i 1.000 e i 3.000 miliardi di vecchie lire. Numeri nient’affatto irrilevanti. E per i quali il sindacato avanza una proposta. ”Un tale flusso finanziario – prospetta – se disponibile potrebbe essere utilizzato per le opere connesse al ponte o per ridurre le tariffe di pedaggio”.
Infine il libro bianco calcola gli indici di dotazione infrastrutturale delle nove province siciliane. Agli estremi Siracusa, unico comprensorio che sfonda 100 di 0,5 punti, e Agrigento che dispone d’un misero 40,5. In mezzo tutte le altre province.

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