giovedì, 28 Marzo 2024

Compagnie aeree, prosegue il braccio di ferro con le agenzie

Rossoni (Iftta), difficilmente in futuro l’Adv potrà considerarsi mandatario del vettore

E’ emerso lampante, alla fiera turistica ‘Ttg incontri’ di Rimini, il braccio
di ferro tra compagnie aeree e agenzie di viaggi, che non cessa in questo periodo di crisi del trasporto aereo, lungo ormai oltre tre anni. Da una parte le compagnie, costrette a rivedere i loro costi, tutti, anche quelli di vendita dei biglietti aerei; dall’ altra le agenzie, che dalle compagnie si vedono ridurre sempre più le commissioni sulle vendite, a volte azzerate. Il loro è senz’ altro ”un rapporto da rivedere”, come ha sottolineato fin dal titolo il forum aperto da Gianni Rossi, executive partner di Mkt consulting, società di consulenza nel settore, che ricorda come in questa crisi, unica nella storia
del settore, i vettori devono tagliare e ”i costi di distribuzione dovranno passare dal 20-25% al 10%”. Da una parte del braccio di ferro ci sono quindi le ‘major’, che vengono aggredite non solo da un mercato più lento ma anche dai vettori ‘low cost’, fenomeno che ”negli ultimi quattro anni è cresciuto del 40%: su 420 milioni passeggeri in Europa le compagnie a basso costo ne trasportano già 80 milioni. La quota di mercato dei vettori tradizionali è drasticamente scesa in Europa dal 90% al 75% e si calcola che nel 2020 il 43% dei passeggeri utilizzerà il ‘low cost’ e le ‘major’ perderanno ancora 40 punti: soltanto Ryanair e Easy Jet – rileva – hanno già firmato ordini per 614 nuovi aeromobili da qui al 2020”. E in Italia la situazione non è delle migliori: ”Alitalia, ad esempio, dal 2000 a oggi ha visto diminuire le proprie quote di
mercato dal 37% al 27%”. Ma il mercato è più lento anche per le agenzie di viaggi, che ai vettori chiedono di riconoscere il proprio lavoro: ”Fino a ieri vendevano il 95% del trasporto aereo – spiega Rossi – negli ultimi anni, invece, ha preso piede il concetto di multicanalità nella vendita”. Ci sono anche ”le agenzie di viaggi online come ad esempio ‘Opodo’, non a caso creata da otto
compagnie aeree. Oggi il vettore determina il prezzo di vendita del biglietto aereo in base al canale di distribuzione ed è per questo – afferma – che il ruolo dell’ agente di viaggi sarà sempre più quello di trovare per il cliente le migliori opzioni possibili”. Così all’ agente di viaggi non resterebbe che
trasformarsi in un consulente per il cliente? E’ sembrato dargli ragione l’ avvocato Gianluca Rossoni della federazione internazionale di esperti in legislazione turistica (Iftta): ”La giurisprudenza considera ormai la relazione giuridica tra agente e consumatore un contratto di mandato”. Da almeno due
anni, prosegue Rossoni, sono cambiate le relazioni tra compagnie e agenzie senza ”un’adeguata ed equa rinegoziazione dei rapporti”: ”la drastica riduzione delle commissioni con l’avvicinamento allo zero da parte dei vettori fa sì che
difficilmente l’ agente di viaggi possa considerarsi in futuro come mandatario del vettore”. Per le agenzie di viaggio una voce su tutte, quella chiara di
Diego Lilli (Welcome Travel Partner), che descrive una situazione in cui non è facile rinunciare alla vocazione tradizionale, anche se si profila ”un doppio impegno” dell’ agente. ”Alle compagnie aeree – ha sottolineato – emettere un
biglietto aereo costa una cifra calcolata intorno ai 23-25 dollari e il taglio delle commissioni pagate alle agenzie è stata la leva per spingere la clientela a comprare direttamente da loro. Ciò che chiedo come agente – aggiunge – è la stesura di un contratto di mandato vero con le compagnie aeree. Presto saranno due i tipi di servizi: uno operativo e amministrativo nei confronti del vettore che ci dà mandato per emettere la sua documentazione e uno di supporto alle vendite che coinvolge i clienti. Mi batto perchè venga riconosciuto questo doppio impegno”.

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