lunedì, 20 Maggio 2024

Compagnie aeree: Usa, autunno caldo all’orizzonte

I dipendenti di Us Airways, Delta e United sul piede di guerra

Non c’è pace nel trasporto aereo nemmeno oltreoceano. L’autunno in arrivo si presenta carico di difficoltà per le compagnie aeree statunitensi e, in
particolare, tre delle sue esponenti più importanti: Us Airways, Delta Airlines e United Airlines. Appesantite, nel corso degli anni, dagli attentati dell’11
settembre 2001 e dall’epidemia della Sars e, più di recente, dall’impennata dei costi petroliferi, le tre aziende – al pari dell’intero settore – appaiono invischiate in una complicata lotta per la sopravvivenza, Us Airways e Delta in testa. Sulla prima – in particolare – le nubi di una seconda bancarotta in meno di due anni, non sembrano essere troppo lontane. I rappresentanti sindacali dei piloti, infatti, hanno deciso di non sottoporre ai propri iscritti – per una possibile ratifica – le ultime proposte avanzate dalla società in materia di riduzione dei costi giudicando troppo onerose le richieste del vettore. Secondo il portavoce dell’Associazione Piloti – come ripreso dalla stampa americana – ”al momento è persino incerto se i colloqui tra la compagnia aerea e l’Associazione possano continuare oppure no”. Uscita solo lo scorso anno da un fallimento, Us Airways aveva chiesto ai propri piloti – sin dalle scorse settimane – di affrontare pesanti sacrifici al fine di evitare una nuova
ricaduta. La compagnia aerea americana, aveva invitato i piloti ad accettare una riduzione dei salari pari al 16,5% in modo da abbassare i costi di gestione di circa 1,5 miliardi di dollari e sperare di non cadere nuovamente in amministrazione controllata. L’azienda – che ha anche proposto ai piloti di volare di più per recuperare parte della possibile decurtazione dello stipendio – ha ricevuto, lo scorso 20 agosto, un abbassamento del rating da parte dell’agenzia Standard&Poor’s, la quale ha declassato il suo debito a livello di ‘junk’, proprio in relazione alle difficoltà incontrate nei colloqui con le
organizzazioni sindacali dei piloti. ”Una nuova bancarotta – aveva osservato in una lettera ai dipendenti, l’amministratore delegato, Bruce Lakefield, alla
metà dello scorso mese – è una possibilità molto concreta”. Non vi sono garanzie per il successo, tuttavia parlare di chiusura imminente, interruzioni del servizio o di una liquidazione, non risponde a verità”. Le parole di Lakefield erano apparse come una sorta di risposta alle affermazioni del David Bonner il quale – come riportato al Washington Post – aveva osservato come l’ipotesi di una seconda bancarotta in meno di due anni avrebbe il sapore di una resa definitiva con solo il 50% di possibilità di rialzarsi. Nel panorama del trasporto aereo americano ad apparire in difficili condizioni tuttavia non è solo Us Airways: tra i grandi vettori, pesante risulta essere anche la situazione di Delta Airlines e United Airlines. In casa Delta – proprio lo scorso 19 agosto – il management ha prospettato alla sua forza lavoro ingenti tagli agli organici in modo da evitare una possibile bancarotta frutto di un
indebitamento salito intorno ai 20 miliardi di dollari. Secondo quanto presentato dall’amministratore delegato della società, Gerald Grinstein, la riorganizzazione prevederà licenziamenti, in modo da potere affrontare l’incremento dei costi e non perdere competitività. Quando il nostro programma verrà applicato ”con successo – aveva osservato ripreso dai media statunitensi – saremo una compagnia più snella, più semplice e maggiormente produttiva. Quanto è necessario, insomma, perchè vengano garantite sopravvivenza e competitività. Purtroppo – ha aggiunto – una delle conseguenze sarà il calo dei posti di lavori e una riduzione dei benefit”. Nei piani di Delta – che ha già inferto tagli alla forza lavoro pari a 16.000 unità – i costi dovranno essere ridotti sui 2,3 miliardi all’anno al fine di rimanere competitiva mentre
per sopravvivere, l’azienda spera di ricevere concessioni per 1,3 miliardi di dollari da parte dei sindacati del personale. Quanto a United Airlines, la seconda compagnia aerea del Paese – in bancarotta da oltre un anno e mezzo – ha reso noto di dover chiudere, con ogni probabilità, i propri piani pensione a
favore dei dipendenti in modo da risparmiare denaro e cercare una risalita più celere dalla bancarotta in cui è caduta più di un anno fa.

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