venerdì, 19 Aprile 2024

Confturismo, 2003 nel segno dell’incertezza

L’incognita Iraq grava sulla possibilità di ripresa

Dopo la fase di stagnazione del turismo registrata lo scorso anno è l’ incertezza il tema dominante dell’annata 2003. Un’ incertezza legata all’incognita del conflitto in Iraq. E’ questo il giudizio espresso da
Bernabò Bocca, presidente di Confturismo, nel presentare alla Bit il consuntivo 2002 e le previsioni 2003 per il settore turismo. In Italia il turismo produce annualmente un fatturato vicino a 75 miliardi di euro (quasi il 7% del Pil), 30 dei quali spesi dagli stranieri in Italia. Nel 2002 gli alberghi hanno registrato un calo dello 0,2% nei pernottamenti, con una flessione di 500 mila presenze. Gli stabilimenti balneari hanno visto un crollo di quasi il 50% delle presenze e una perdita di fatturato di 450 milioni di euro. Le agenzie di viaggi, oltre a perdere clienti, hanno registrato mancate assunzioni pari al 4% medio rispetto al trend di crescita degli anni passati. Lieve incremento, +0,5%, nei consumi di pasti e bevande per ristoranti e bar, e di pernottamenti per i residence. Le entrate valutarie da gennaio a novembre 2002, secondo l’Ufficio Italiano Cambi, sono calate del 3%, pari a un minore introito di circa un miliardo di euro, mentre la spesa degli italiani all’ estero è aumentata del 10%, pari a oltre 1,5 miliardi di euro. Sempre nel 2002 sono diminuite le presenze nelle località marine (-1,6%), nelle località d’ arte (-2,6%),
nelle località montane (-1,3%), mentre si sono mosse in controtendenza le località termali (+9% di presenze), le città d’ affari (+8,2%) e quelle lacuali (+7,9%). Per quanto riguarda le previsioni 2003, da un’indagine svolta da Unioncamere-Isnar su un campione di 7.000 individui con interviste telefoniche, emerge che gli italiani hanno fatto o faranno meno vacanze nel trimestre invernale: sono infatti 7,8 milioni a fronte degli 8,4 milioni dello stesso periodo 2002, il 64% di questi ha scelto l’ Italia mentre quasi il 30%, in leggero incremento rispetto all’ anno, scorso ha scelto località straniere.
Da un’ altra indagine, svolta da Sociometrica-Trademark Italia su un campione di 2.000 persone, risulta che solo il 31% degli italiani ha deciso che vacanza fare da Pasqua all’estate, rispetto al 41% dello stesso periodo del 2000. All’ estero
intendono andare l’ 8,3%; lo scorso anno erano l’ 11%. Buone notizie invece per quanto riguarda il turismo straniero in Italia. Secondo le previsioni elaborate da Ciset-Touring Club Italiano, vi sarebbe un +0,9% di turisti verso l’Italia dai 21 Paesi che generano i maggiori flussi di turismo (area mediterranea, Europa centrale, Nord Europa ed extraeuropa). Sia Unioncamere sia Confturismo hanno ribadito come l’incertezza per il turismo quest’anno sia basata sull’incognita della situazione in Iraq. ”A seconda di come evolverà – ha
detto Bocca – avremo una situazione più o meno ottimistica. Oggi vi è una situazione di blocco nelle prenotazioni da parte di Paesi lontani, perché la gente attende di vedere cosa succederà. Per questo oggi possiamo solo dare indicazioni di massima, sperando in una evoluzione positiva”. Sono state comunque date alcune indicazioni e presentate alcune richieste al Governo italiano e all’ Unione Europea per contrastare il difficile momento economico. Fra queste vi sono la detraibilità dell’ Iva per il turismo congressuale, un
credito di imposta per l’ assunzione della manodopera, fondi certi e garantiti per la promozione dell’ immagine dell’ Italia nel mondo. Secondo Unioncamere, è importante investire sulla qualità ossia incentivare il miglioramento dell’ offerta di servizio, promuovere una diversificazione dell’ offerta e favorire una maggiore integrazione delle diverse filiere produttive, e attuare una promozione integrata del sistema-Italia.

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