mercoledì, 24 Luglio 2024

Confturismo mette i paletti sulla Finanziaria

Bocca avverte il Governo: non servono nuove tasse, ma competitività e un ministero

Il settore turismo ha bisogno di stimoli alla competitività, non di ulteriori tasse, indiscriminate e inique. E’ questa la posizione comune delle 200 mila imprese (70% del totale nazionale) aderenti a Confturismo, che raggruppa 7 organizzazioni di categoria che fanno tute capo a Confcommercio. L’organismo di rappresentanza chiede una ristrutturazione profonda del comparto. ”E’ un no secco – dichiara Bernabò Bocca, presidente di Confturismo, nella presentazione del dossier su ‘Turismo e competitività’ – quello che Confturismo, Confcommercio e Ricettivo, dicono all’emendamento della Finanziaria che vorrebbe la reintroduzione di una tassa di soggiorno fino al 5% del prezzo di vendita della camera”. La ‘nuova’ imposta, infatti, risulterebbe penalizzante in maniera indiscriminata e iniqua. ”E’ una follia – prosegue Bocca – parlare ancora di una tassa che andrebbe ad esclusivo beneficio dei Comuni. Il governo decida il da farsi. Se non dovesse ricredersi sulla tassa di soggiorno, ci ritroveremo in una situazione gravissima; allora, sapremo come agire”. E’ attesa anche sul provvedimento allegato alla competitività, del quale, spiega Bocca, ”il ministro Siniscalco, partecipando circa 20 giorni fa ad un incontro in confederazione, ha promesso l’uscita entro il 15 novembre”. Un allegato importante che dovrebbe andare incontro alle esigenze di rilancio delle imprese del settore, quelle che ”dal territorio non possono spostarsi”. La perdita di competitività è all’origine, infatti, della discesa del saldo della bilancia
turistica del Paese. Soprattutto nel confronto con gli altri Stati europei di riferimento, come Spagna, Francia e Grecia. ”L’Italia nel 2004 ha investito in promozione turistica – critica Bocca – solo 24,5 milioni di euro contro i 103 della Spagan o i 74 della Francia”. E anche se per il 2005, la cifra di investimento nella promozione dovesse essere raddoppiata, così come afferma Bocca, la situazione Italia nel contesto europeo non sarebbe migliore. Un accavallarsi di problematiche e risentimenti, quindi, per un settore che, dice Bocca ”pur ricevendo un quarto degli incentivi economici dati dalla legge 488 all’industria, ha generato, nel confronto, il 17% di posti di lavoro in più ”.
Altrettanto spinosa la questione, ancora tutta sul tavolo, dell’aumento dei canoni demaniali, proposta dal governo al 300% per entrate pari a 140 milioni di euro. ”Ci siamo opposti – è l’unanime voce di Confturismo, Sib e Faita – ad un aumento evidentemente indiscriminato proponendo, per contro, una radiografia della situazione nazionale per arrivare a versare ciascuno il giusto. Il rischio, infatti, è che molti non paghino affatto un canone che, poi, di fatto
andrà a gravare solo su alcuni”. Molte ancora le richieste di Confturismo: dall’istituzione di un’autorita’ nazionale di governance per il turismo
all’armonizzazione dell’Iva rispetto ai colleghi europei, ad una riforma dell’Enit che veda coinvolte Regioni e associazioni di categoria. ”Dell’Enit – commenta Bocca – va prima rovista la scatola, al forma; poi, dentro ci vanno messe le risorse tra cui, ad esempio, parte di quelle provenienti dalle Regioni”. Da ultimo, non per importanza, si fa sentire l’assenza di una figura istituzionale ad hoc. ”Il nostro settore, che rappresenta il 10% del Pil – conclude Bocca – ha bisogno di un interlocutore istituzionale, interlocutore che non c’è. A noi starebbe benissimo la creazione di un ministero per le politiche
turistiche”.

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