Confturismo: “Nella finanziaria risorse per rilanciare il settore”

Il presidente Bocca: “Il settore continua a navigare a vista”

Se la flessione economica dovesse continuare sul trend indicato da gennaio a giugno dall’Ufficio Italiano Cambi, si potrebbe avere alla fine del 2002 una perdita nel fatturato nazionale del turismo di circa 3 miliardi di euro. Quasi il 5 per cento del giro d’affari complessivo, corrispondente a 70 miliardi di euro annui che concorrono per circa il 7 per cento a formare il Pil nazionale. Di fronte a queste cifre e dato che, come ha sottolineato il Presidente Bocca, “il settore continua a navigare a vista, con difficoltà nell’indirizzo politico nazionale, senza una strategia congiunta di tutte le regioni e senza un Enit dotato di risorse adeguate”, Confturismo chiede di “mettere mano, a livello legislativo e governativo, a misure che siano in grado di offrire un paracadute a quelle imprese maggiormente colpite nei periodi di crisi”. Sono sette, in particolare, le misure ritenute indispensabili: detraibilità dell’Iva per il turismo congressuale; credito di imposta per l’assunzione della manodopera, anche con contratto a tempo determinato; armonizzazione al 10 per cento dell’Iva per i servizi offerti dagli stabilimenti balneari e dalle agenzie di viaggi; revisione generale delle aliquote Iva per tutti i settori del turismo, trasporto e turismo nautico compresi, in linea con i Paesi concorrenti in Europa; revisione generalizzata dell’ICI e sua eliminazione, in particolare per le imprese che insistono sulle concessioni demaniali; cancellazione della proposta relativa all’abolizione delle cure termali; fondi certi e garantiti per la promozione dell’immagine Italia nel mondo. Un “pacchetto”, da inserire nella Finanziaria 2003 e sul quale si cercherà di ottenere il consenso formale di ministri e parlamentari che interverranno alla Conferenza Nazionale del Turismo di Lamezia Terme, e che è già stato presentato al presidente del Consiglio. “Se così non dovesse essere – ha sottolineato il presidente di Confturismo – trarremo le nostre conclusioni ed inviteremo le 200 mila imprese aderenti a far sentire la propria voce, per fare in modo che l’estrema polverizzazione del settore una volta tanto svanisca e si vedano tutti assieme quegli imprenditori che, lavorando nel turismo e per il turismo, contribuiscono quotidianamente, in maniera vitale, allo sviluppo economico ed occupazionale di questo Paese”.

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