venerdì, 26 Aprile 2024

Continuano le indagini sulla sciagura aerea di Capo Gallo

sono tre gli indagati dalla procura di Palermo

Sono tre le persone iscritte nel registro degli indagati dalla Procura di Palermo, nell’ambito delle indagini sulla sciagura aerea di sabato scorso che è costata la vita a 16 passeggeri, tre dei quali risultano ancora dispersi. Si tratta del comandante dell’Atr 72 della Tuninter, Chefik Gharbi, del titolare del deposito Eni di carburante dell’ aeroporto di Bari Palese, Ettore Fumagalli, e dell’autista dell’autobotte che ha rifornito l’aereo, Alessandro Perfetto. L’ipotesi di reato su cui sta procedendo la Procura nei confronti dei tre indagati “più altre persone ignote” è quella di “disastro colposo”. L’ammaraggio dell’ ATR 72 in volo sabato da Bari verso la Tunisia potrebbe essere stato determinato da fattori tecnici, da fattori umani o, anche, da una concausa dell’ uno e dell’altro. Non è escluso infatti che il pilota, una volta perso il primo motore possa aver commesso qualche errore che ha compromesso il funzionamento anche dell’altro.
Il Procuratore Pietro Grasso ieri, pur non confermando ufficialmente l’iscrizione nel registro degli indagati del comandante dell’Atr, l’aveva definita “un atto dovuto”. Questa mattina sono stati convocati in Procura i legali degli indagati per lo svolgimento di “accertamenti tecnici irrepetibili”, cioé la nomina del collegio peritale dei Pm, in modo da consentire anche alla difesa di nominare i propri consulenti di parte.

Gli esperti hanno escluso sia l’ ipotesi del sabotaggio, che non trova riscontro alcuno, sia quella dei fattori ambientali, poiché le condizioni meteorologiche erano tali da non avere alcun effetto sul volo programmato. In attesa di poter ispezionare dettagliatamente le parti del relitto trainate in porto, sottoposte a sequestro da parte dell’autorità giudiziaria, gli uomini dell’ Ansv, affiancati da tecnici francesi (nazione di costruzione dell’ aeromobile), hanno concentrato la loro attenzione su un possibile malfunzionamento dell’ impianto carburante o dell’ impianto di lubrificazione, unici “guastì significativi che potrebbero aver causato lo spegnimento di entrambi i motori.

E’ stato, peraltro, fatto rilevare che in caso di spegnimento di uno o di entrambi i motori, essi possono essere riavviati anche durante il volo ed è per questo che gli esperti dell’ Agenzia attendono di interrogare i due piloti dell’ aereo, i quali finora hanno reso dichiarazioni solo all’ autorità giudiziaria, per sapere se l’ operazione di riavviamento dei due motori non è stata possibile, e perché; o se è stata tentata ed ha dato esito negativo.

Peraltro, sia pure, in via teorica, non viene scartata l’ ipotesi di un errore umano seguito al guasto tecnico che ha determinato lo spegnimento del primo motore. Quando uno dei due motopropulsori di un aeromobile risulta non essere più attivo é stato fatto rilevare in via generale il pilota provvede ad azionare una serie di valvole che mettono in comunicazione i serbatoi di carburante ubicati nelle due ali, affinché l’ afflusso del carburante all’unico motore rimasto funzionante avvenga in maniera equilibrata, ‘pescando’ sia dal serbatoio di un’ala, sia dal serbatoio dell’ altra ala. Sempre in via teorica è stato fatto rilevare l’errata manovra di azionamento delle valvole potrebbe aver determinato il mancato afflusso di carburante all’unico motore rimasto funzionante, che si sarebbe quindi spento.

Ma questa ipotesi, che aggiungerebbe l’errore umano al guasto del primo motore è stato ribadito è allo stato solo teorica ed eventualmente tutta da dimostrare.

Gli esperti dell’ Ansv, inoltre, hanno già acquisito alcuni documenti relativi al volo. Hanno, inoltre, chiesto precedenti sulle verifiche alle quali è stato sottoposto l’aeromobile ammarato e sulla qualificazione dei due piloti; attendono, inoltre, risposte ufficiali sulla quantità e la qualità del carburante di cui l’ aereo è stato rifornito nell’ aeroporto di Bari prima della partenza per la Tunisia. Di rilievo, infine, per l’ inchiesta tecnica è l’ arrivo oggi, nel tratto di mare dove è avvenuto l’ ammaraggio, della nave oceanografica, la quale svolgerà nei prossimo giorni la mappatura dei relitti dell’aereo che giacciono sul fondale marino.

Si potrà in tal modo sapere, in particolare, dove e in che modo si è disposta in fondo al mare la coda dell’ aereo per valutare l’eventualità di affidare ad un’ impresa specializzata il compito di recuperare i due registratori di bordo (le cosiddette ‘scatole nere’, che si trovano proprio nella coda del velivolo) che contengono indicazioni inequivocabili per chiarire le cause dell’incidente aereo.

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