Costa Fortuna, inaugurata dalla Cucinotta la nuova ammiraglia

Torna a vivere il mito dei transatlantici italiani

Maria Grazia Cucinotta ha ammesso di non aver dormito la notte nel timore che la bottiglia di spumante non si rompesse, presagio infausto per ogni nave nuova. Ma tutto è andato bene e l’attrice siciliana, madrina di Costa Fortuna, la più grande nave passeggeri della storia della marineria italiana, ha tirato un sospiro di sollievo. Benedetta dall’arcivescovo di Genova, card. Tarcisio Bertone, la nuova ammiraglia di Costa Crociere (105 mila tonnellate di stazza, il doppio del mitico Rex) è da oggi pronta per portare in giro per i mari del mondo 3.500 passeggeri e mille uomini di
equipaggio. Una ricca cerimonia, con spettacolo di Valerio
Festi, ha sancito il suo battesimo alla stazione marittima di Genova. Lunga 272 metri, 15 volte più della caravella Santa Maria di Cristoforo Colombo, alta 66 metri, più del Colosseo, e spinta da due motori elettrici della potenza di 64 Ferrari P2003GA, la Costa Fortuna è l’ erede dei transatlantici che fecero grande la marineria italiana tra le due guerre mondiali. Erede sia perché costruita negli stabilimenti Fincantieri di Sestri Ponente nei quali furono varati il Rex e la Michelangelo, ultimo liner italiano soppiantato dall’ avvento dei jet, ma anche perché ai grandi transatlantici del passato sono dedicati i suoi interni: i suoi undici bar, tre ristoranti, il suo teatro da 1.100 posti si chiamano infatti Rex, Vulcania, Conte di Savoia, Conte Rosso, Conte Verde o Leonardo da Vinci. E come i
transatlantici è abbellita da 312 opere d’arte originali. E’ orgoglioso Pier Luigi Foschi, presidente e amministratore delegato di Costa Crociere, nel presentare la nave ai
giornalisti. Per costruire Costa Fortuna e la gemella Costa
Magica (in via di allestimento sempre a Sestri Ponente) la
compagnia ha investito un miliardo di euro, i due terzi dell’investimento complessivo per il rinnovo della flotta negli anni 2001-2004. Altrettanto orgogliosi il gran capo del gruppo statunitense Carnival, di cui Costa fa parte, Micky Arison, ed i vertici di Fincantieri, il presidente Corrado Antonini e l’ amministratore Giuseppe Bono, che hanno sottolineato il ”ritorno a casa” della compagnia genovese. L’italiana Fincantieri è leader oggi nel mondo nella costruzione di navi da crociera, un settore dove tecnologia e ingegno ancora fanno premio sui costi bassissimi dei cantieri asiatici diventati ormai quasi monopolisti nelle navi da carico. L’ interesse del governo italiano per il mare e le sue prospettive è stato ribadito dal viceministro dei trasporti, Mario Tassone, intervenuto alla cerimonia. Un interesse – ha detto – non espresso solo con le parole ma anche con i fatti, come dimostrano la nuova legge sulla nautica da diporto ed i progetti per le autostrade del mare. Costa Fortuna aprirà ancora di più il mondo delle crociere alle masse, ha sottolineato Foschi, che rimane convinto delle grandi prospettive di sviluppo del settore in Europa: negli Stati Uniti – osserva – i crocieristi sono otto milioni l’ anno, in Europa solo due milioni, eppure i due continenti hanno più o meno gli stessi abitanti e lo stesso reddito. In più gli europei hanno mediamente il doppio di giorni di vacanza a disposizione rispetto agli americani. E neppure la crisi del turismo seguita all’ 11 settembre, alla guerra in Iraq ed al terrorismo spaventa Foschi. Navi sempre più protette e sicure con badge magnetici per i passeggeri; varchi con metal detector e numerosi addetti alla security; possibilità di variare all’ultimo minuto gli itinerari (come fatto in questi giorni con gli scali turchi); più scali dislocati su tutte le sponde del Mediterraneo per evitare ai passeggeri di prendere l’aereo. Queste le contromisure di Costa, che chiuderà il 2003 con 557 mila passeggeri trasportati, circa 90 mila in più del 2002.

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