Cresce la voglia di fare impresa in Sicilia

Secondo Unioncamere si investe poco su marketing e figure professionali

La voglia di “fare impresa” non si arresta: in Sicilia il totale delle imprese registrate nel 2002 è di 454.007, con un aumento dell’1,7% rispetto al 2001; il più elevato tasso di sviluppo è quello delle società di capitale (+ 8,7%). Nel primo trimestre del 2003 si contano già un migliaio di imprese in più, con una crescita notevole a Ragusa (+316), in testa alla classifica provinciale, che vede al secondo posto Palermo (+98) e al terzo Siracusa (+90). La provincia che conta il maggior numero di aziende registrate è Catania (95.653), a seguire Palermo (91.554).
Sono questi alcuni dei dati contenuti nel volume “La Sicilia in numeri”, una pubblicazione di quasi 900 pagine, con 800 tavole statistiche, redatto dall’Unione regionale delle Camere di Commercio, che è stato presentato presso la Camera di Commercio di Palermo. Una radiografia aggiornata sullo stato di salute delle imprese nelle nove province siciliane, messa a punto in occasione della prima edizione della “Giornata dell’Economia”, promossa da Unioncamere nazionale in tutta Italia, con l’intento di rilanciare la funzione di osservatorio delle economie locali delle Camere di Commercio. “In questi ultimi anni autorevoli istituzioni private e pubbliche – spiega Vincenzo Chiriaco, presidente di Unioncamere Sicilia -, si sono cimentate nella pubblicazione di annuari statistici e relazioni economiche. Nessuna ha potuto spingersi fino in fondo nell’analisi al livello provinciale, che invece risulta naturale per il sistema delle Camere di Commercio. Questo volume va a colmare un vuoto nell’informazione economico-statistica. E’ una sorta di album di fotografie economiche che affidiamo all’analisi delle imprese e delle istituzioni”.
La pubblicazione dei dati è stata curata dal segretario generale di Unioncamere Sicilia Baldassare Vasile e dal vice segretario generale Carlo Antonio Biondo.
Il professore Vincenzo Fazio, direttore del dipartimento di Scienze economiche, aziendali e finanziarie della facoltà di Economia e Commercio di Palermo, li ha illustrati dettagliatamente, sottolineando gli elementi che rendono possibile questa crescita imprenditoriale, a cominciare “dalla presenza massiccia dell’iniziativa dei giovani con meno di 35 anni, mentre ancora limitata resta la partecipazione femminile – spiega -. Poi in Sicilia nell’anno 2001 il totale degli investimenti diretti dalla Sicilia verso l’estero si valuta in 40,2 milioni di euro, con un tasso di sviluppo rispetto all’anno precedente del 19,3%. Gli investimenti esteri in Sicilia, invece, diminuiscono e risultato pari a quasi 18 milioni di euro, con una flessione del 18,5% rispetto al 2000”.
I punti di criticità, però, ci sono. A cominciare dal mercato del credito, ancora debole proprio nelle aree dove maggiore è la nascita di un nuovo tessuto imprenditoriale, cioè nel Mezzogiorno, rendendo più difficile alle aziende la possibilità di accedere al credito. Poi esistono il problema delle infrastrutture, che per la Sicilia è superiore al resto del Sud, e il calo delle esportazioni, che nel 2002 si è attestato sul -6,3% rispetto al 2001.
Una svolta significativa potrebbe essere costituita dagli investimenti nel marketing e nelle figure professionali ad alta specializzazione “che riescano a stanare i bisogni delle imprese e ad inserirsi in maniera corretta nel mercato locale, nazionale ed estero – aggiunge il professore Fazio -. Ma, poiché le nostre sono soprattutto piccole imprese, diventa difficile investire risorse per la qualità e la competitività”.

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