In un momento di grande crisi per il settore turistico italiano, e’ il turismo ecologico a dare forti segnali di ripresa. E’ quanto emerge dai risultati di un’indagine sul turismo nelle aree protette, realizzata da Wwf Italia e Legacoop Turismo, che sara’ presentata a L’Aquila il prossimo 13 dicembre. In base ai dati anticipati, negli ultimi tre anni si e’ registrato un aumento di presenze turistiche pari al 76% nelle cooperative e al 54% nei parchi protetti. Soltanto il 12% degli operatori e il 17% delle aree protette, infatti, ha dichiarato di avere avuto un calo di visitatori.
A preferire questo tipo di turismo sono essenzialmente le scuole, che rappresentano il target principale per il 69% delle cooperative e per il 44% dei parchi. Seguono adulti, giovani e famiglie, mentre gli anziani mostrano scarso interesse per questo genere di vacanze. Solitamente, inoltre, le vacanze naturalistiche tendono ad essere molto brevi e il weekend e’ la soluzione maggiormente adottata. Per quanto riguarda l’ospitalita’ all’interno delle aree protette, negli ultimi tre anni si sono sviluppati soprattutto bed&breakfast e agriturismi, mentre e’ rimasta quasi invariata la presenza di alberghi, ostelli, rifugi, campeggi, case vacanze e case per ferie. Da segnalare, inoltre, che il 46% delle cooperative gestisce direttamente le strutture ricettive. Bisogna sottolineare, infine, il ruolo strategico del turismo ecologico, che permette di “destagionalizzare” l’offerta. Il 92% delle aree protette, infatti, nei periodi di bassa stagione, propone iniziative legate ad eventi culturali, sportivi ed enogastronomici.