mercoledì, 1 Maggio 2024

Dimore storiche, Rutelli: “Sono patrimonio comune”

L’idea è creare un progetto di valorizzazione con itinerari e offerta qualificata

Le dimore storiche “sono un patrimonio comune” che lo Stato “deve sostenere, con riconoscenza nei confronti di chi le conserva e non disincentivare”. Ospite di un convegno dell’Adsi, l’associazione italiana delle dimore storiche, il vice premier e ministro dei beni culturali Rutelli torna a ribadire il suo ‘no’ alle tasse che qualcuno all’inizio dell’estate tentò di introdurre nella finanziaria. E ai proprietari riuniti a Palazzo Colonna, sottolinea “la volontà convinta del governo di mantenere la situazione attuale”. Mentre lancia l’idea di imitare Francia, Spagna e Scozia inserendo palazzi e ville in percorsi turistici organizzati. L’obiettivo è quello di far si che questo immenso patrimonio di cultura e storia (in Italia ben 40 mila edifici storici sono di proprietà privata) che lo stato ha giustamente vincolato non vada in rovina ma continui ad essere tutelato e conservato. Secondo Rutelli, sull’esempio dei castelli della Loira in Francia, dei Paradores spagnoli, dei castelli e dei giardini di Regno Unito e Scozia, si potrebbe iniziare un progetto di valorizzazione del patrimonio dei privati, quelli che lo vogliono naturalmente, con itinerari ben organizzati e offerta qualificata. Qualche volta anche a tema, suggerisce il ministro, sfruttando l’eco di una grande mostra come quella che si aprirà fra qualche settimana ad Arezzo per Piero della Francesca. Da Arezzo a San Seplocro, Urbino, Rimini, il passo è breve, la strada aperta per un tour nell’Italia più profonda, quella dei piccoli centri, dei tanti castelli, palazzi baronali. E a guadagnarci, sottolinea il ministro, sarebbe il turismo e anche la cultura.

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