giovedì, 9 Maggio 2024

Enit, per parlare di ripresa bisogna aspettare l’estate

Il quadro pessimistico emerge dal monitoraggio dell’unità di crisi dell’ente

Conflitto in Iraq e virus Sars hanno messo in ginocchio il turismo che tuttavia spera in una ripresa a partire dall’estate. Questi i risultati di un monitoraggio, effettuato tra il 7 e l’11 aprile, dei flussi turistici esteri da parte dell’Unità di crisi per l’emergenza turistica costituita dall’Enit, l’Ente nazionale italiano per il turismo. Argentina: non si registrino forti ripercussioni nella domanda verso l’Europa e verso l’Italia. Le compagnie di
crociera hanno però subito una riduzione delle prenotazioni. Il calo fortissimo si registra per le destinazioni Usa e per il Medio Oriente. Panico per le destinazioni dell’Estremo Oriente, per il pericolo di contagio della Sars. Austria: gli operatori non registrano rallentamenti sulle vendite e alcuni si sono dichiarati soddisfatti sull’andamento delle prenotazioni per l’Italia. Belgio: a causa degli eventi bellici si è accentuata la tendenza a rinviare la decisione del viaggio all’ultimo momento. Per quanto riguarda l’Italia rimane molta incertezza, malgrado il trend estremamente positivo registrato negli ultimi anni e le previsioni positive per il 2003. I sondaggi hanno dato riscontri contraddittori. Cina: eccetto che nell’area Medio-Oriente, dove Air China, la compagnia di bandiera cinese, ha sospeso i voli, il turismo dei cinesi nel resto del mondo non è influenzato dal conflitto in Iraq. Il virus Sars ha invece danneggiato gravemente l’incoming turistico 2003 della Cina. L’80% dei gruppi turistici italiani ha cancellato i viaggi in Cina a causa della Sars. Francia: l’inizio del conflitto in Iraq ha pesantemente influenzato gli orientamenti finora positivi del turismo francese in Italia determinando una situazione di sofferenza nel settore. La difficoltà delle tradizionali destinazioni del Nord Africa e Medio Oriente sembrano legate anche alle incerte
prospettive che nei Paesi mussulmani potrebbero determinarsi a guerra conclusa. Più pesanti le conseguenze della polmonite atipica che ha provocato il blocco di ogni movimento verso tutto l’Estremo Oriente. Dai dati emerge uno scenario che, pur se caratterizzato da un generale rallentamento delle prenotazioni (-15%), non si configura ancora come una situazione di crisi grave e gli operatori si attendono una forte ripresa per l’estate. Le previsioni per l’Italia sono improntate ad un cauto ottimismo. L’andamento delle prenotazioni potrebbe far pensare ad un mantenimento dei livelli 2002 per la Pasqua e ad un ulteriore incremento per l’estate. Germania: gli operatori sono concordi nell’affermare che il calo complessivo delle prenotazioni verso l’Italia, che oscilla tra il 10% e 15%, non è da ricondurre all’intervento Usa in Iraq, quanto piuttosto al perdurare della crisi economica. Per quanto riguarda l’Italia, i tour operator hanno lamentato l’aumento dei prezzi. Tengono maggiormente le destinazioni del
Nord-Italia rispetto al Centrosud. Le prenotazioni per l’estate, inferiori rispetto al 2002, confermano l’atteggiamento d’ attesa. Giappone: la guerra ha creato una grande inquietudine nella maggior parte del pubblico giapponese. Le prenotazioni verso l’Europa per il mese di aprile sono diminuite del 35% e per maggio del 50%. Il turismo d’affari al momento segna una contrazione del 9% da parte di ditte giapponesi che annullano le missioni per la paura di attentati aerei. L’Italia registra per aprile il -30,1% e per maggio il-32,3% in meno rispetto al 2002. India: nelle ultime due settimane le vendite dei pacchetti verso l’Estremo Oriente hanno subito una drastica riduzione del 60%, mentre verso l’Europa il calo si aggira intorno al 25%. L’America registra una riduzione della domanda turistica indiana tra il 25 ed il 40%; Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa non registrano casi di infezione. I viaggi a scopo business sono scesi del 15%. Gli operatori turistici sostengano di continuare a ricevere richieste di informazioni di itinerari verso l’occidente, ma non vengono effettuate prenotazioni. Inghilterra e Irlanda: da qualche settimana la situazione è peggiorata non solo per il calo delle prenotazioni ma anche per l’annullamento di vacanze già prenotate. Oggi il crollo delle prenotazioni ha raggiunto livelli preoccupanti e si sono riscontrati nuovi fenomeni: riduzioni del costo delle vacanze, delle capacità aeree, licenziamento di personale, riduzione dei salari. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso la contrazione delle prenotazioni si aggira intorno 30%. Olanda: dalle analisi si rileva una incertezza dei clienti sulla destinazione da scegliere per le vacanze: il 20% di coloro che hanno già prenotato ha chiesto il cambiamento della destinazione; il 7% delle prenotazioni per la Turchia e gli Usa sono state cancellate. Spagna: le previsioni per le prossime festività pasquali indicano una diminuzione dell’incoming, soprattutto tedesco, pari al 20%. L’Italia, per quanto concerne i flussi provenienti dalla penisola iberica, dovrebbe mantenere i risultati raggiunti nel 2002 ma si prevede una leggera flessione per Pasqua. Svezia: l’incertezza politica ed economica si ripercuote anche sui mercati dei Paesi Nordici. Il traffico aereo ha registrato una flessione del 10% e gli operatori del turismo organizzato su base charter hanno ridotto il loro contingente del 10% Si registra, di conseguenza, uno spostamento direzionale dei flussi turistici. Si prevede un aumento del turismo interno. Svizzera: il calo medio delle prenotazioni si aggira intorno al 3%, con maggiore accentuazione sulle grandi città d’arte (10-12%) per le quali subentra, oltre alla crisi economica, la paura di possibili atti terroristici. USA: il mercato è in crisi e diversi Tour Operators, alcuni dei quali vicino al fallimento, parlano di stagione compromessa. In forte difficoltà le compagnie aeree.

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