mercoledì, 15 Maggio 2024

Etna, primi bilanci dei danni sul turismo

La chiusura dell’aeroporto costa 250 mila euro al giorno

Un vero e proprio bilancio è ancora impossibile, ma ancora una volta è il settore del turismo ad azzardare le prime stime. La colata lavica che scende dalle bocche eruttive di Piano Provenzano ha distrutto la scuola di sci, due impianti di risalita, ricoperto tutte le piste, inghiottito il piazzale del parcheggio, cinque negozi di souvenir e l’albergo Le Betulle. Un altro hotel, La Provenzana, è stato
invece danneggiato dal terremoto. Una stima dei danni è difficile: per la ricostruzione degli impianti del Rifugio Sapienza, cancellati dall’eruzione dell’estate scorsa, sono già stati stanziati oltre 6 milioni di euro, che fanno parte di un pacchetto complessivo di interventi per 20 milioni di euro. L’aeroporto Fontanarossa di Catania, chiuso da quattro giorni a causa della nube lavica, resterà interdetto al traffico almeno fino al 31 ottobre. Il sindaco di Catania, Umberto Scapagnini, ha spiegato che ogni giorno di chiusura dello scalo costa circa mezzo miliardo di vecchie lire. I disagi legati al dirottamento dei voli su Palermo e Reggio Calabria e l’incertezza sull’andamento dell’eruzione stanno causando gravi contraccolpi anche al settore turistico. Secondo il presidente provinciale dell’Apac (l’associazione degli albergatori), Salvo Vitale, è stato registrato un venti
per cento di cancellazioni sulle prenotazioni alberghiere. Il presidente della Provincia, Nello Musumeci, che ieri ha incontrato lo stesso Vitale e il presidente della Fiavet Sicilia, Filiberto Manno, parla di “un vero disastro” per il comparto. Riflessi negativi anche per la vicina Taormina, visto che gran parte del flusso turistico diretto verso la perla dello Jonio passa dall’aeroporto di Fontanarossa.

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