Gli italiani perdono il primato di popolo vacanziero. Le loro vacanze subiscono un taglio e cosi’ vengono superati nella ‘classifica’ da inglesi (che hanno anche il piu’ consistente budget a disposizione) e francesi. Sono i risultati di un sondaggio condotto da Ipsos per Europ Assistance su un campione europeo di 3.500 persone: tra giugno e settembre in Italia si andra’ meno in vacanza e per periodi piu’ brevi. Il mare, pero’, si riconferma la scelta preferita.
Vacanzieri in crisi, dunque? Si’, ma con riserva. Se e’ vero che il budget destinato alle ferie degli italiani sara’ invariato (nel 46% dei casi), se non addirittura aumentato (32%, rispetto ad una media europea del 31%), e’ anche vero che gli italiani dovranno rinunciare a qualche giorno di tintarella per
non dare fondo al portafoglio. Nei tre mesi estivi, il 37% degli italiani restera’ a casa, mentre il 60% si godra’ uno (39%) o piu’ periodi di riposo
(21%). Per il 58% di costoro la vacanza durera’ una sola settimana, se non meno, per il 37% le due settimane che costituiscono un classico e per il resto un mese o piu’. In Spagna, pero’, le cose non vanno meglio: ben il 55% se ne stara’
a casa, ma chi ha deciso di partire, nel 22% dei casi lo fara’ per un mese.
Se il classico agosto di ferie e’ ormai un ricordo lontano, la vacanza al mare dietro casa non si smentisce mai: quasi sette vacanzieri su dieci prenderanno il sole su sabbie nostrane. Lo stesso faranno spagnoli e francesi, che nel 71% e 64% dei casi sceglieranno le proprie spiagge. Si distinguono invece gli
inglesi, amanti delle lunghe trasferte verso gli States, l’Africa o i Caraibi o addirittura l’Estremo Oriente. Che sia lontano o vicino, vacanza vuol dire mare: a preferire i bagni alle camminate in montagna e’ il 65% degli europei, che sale al 75% se si tratta di italiani. Al momento di prenotare, poi, gli italiani si rivolgono soprattutto all’agenzia di fiducia (45%, rispetto al 40% della media degli altri Paesi), mentre in pochi acquistano direttamente su internet (19% contro 28%) o contattando direttamente hotel o compagnie aeree (27%, nella media europea).
I piu’ affezionati all’acquisto in rete sono gli inglesi, che prenotano online nel 41% dei casi, mentre i piu’ tradizionalisti sono gli austriaci, che preferiscono l’agenzia per i due terzi. Ed e’ ancora una volta il budget a condizionare la scelta del luogo di villeggiatura: il prezzo del ‘pacchetto’ e’ decisivo per l’80% degli europei, seguito dalla qualita’ delle strutture e dei servizi offerti (75% delle preferenze), dalla sicurezza sanitaria (74%) e dagli aspetti storico-culturali (69%). Agli ultimi posti nella classifica dei fattori di scelta, anche se con percentuali di rilievo, si trovano i rischi ‘di attacco
terroristico’ (62%), di disastri naturali (55%) e di ‘agitazioni sociali’ (52)%. E la paura che il viaggio non vada come previsto colpisce soprattutto gli italiani, che insieme agli spagnoli si rivelano i piu’ superstiziosi. In particolare, piu’ di sei italiani su dieci (63%) temono che un parente possa sentirsi male durante la loro assenza, mentre quasi cinque su dieci (46%) hanno paura di trovare un danno in casa al ritorno. Nella top ten, poi, rientrano la fobia degli incidenti aerei, che coinvolge il 59% degli italiani intervistati, gli attacchi terroristici (39%) e i disastri naturali (38%). Tanta paura, ma poca propensione a stipulare un’assicurazione per il viaggio: sono basse, infatti, le percentuali di italiani che si assicurano prima di partire, il 17% rispetto a una media europea piu’ che doppia (40%). Ma a chi si rivolgono i piu’
previdenti? Nella maggior parte dei casi, alla propria societa’ di assistenza (52%) o all’agenzia di viaggi (32%).