venerdì, 19 Luglio 2024

Federturismo, il problema non è solo la riforma dell’Enit

Pecci, Stato, Regioni e parti sociali devono concordare una politica industriale per il settore

Quello della riforma dell’Enit non è l’unico punto in agenda, non è ‘la questione e, anzi, si sta ”correndo il rischio di esasperarla”. Così si è espresso il presidente di Federturismo-Confindustria, Costanzo Jannotti Pecci, alla Conferenza Nazionale del Turismo, pur giudicando la riforma dell’Enit ”essenziale e irrinviabile”. Quello che si chiede alla conferenza – ha spiegato Pecci – è l’inizio di un patto pubblico-privato, sostenuto da una politica industriale per il turismo garantita ed esercitata da Stato, Regioni e parti sociali. Secondo Jannotti Pecci due sono le priorità: il processo di
revisione costituzionale deve risolvere la necessità di una unità turistica nazionale di interesse comune e generale; in secondo luogo la legge Finanziaria 2005 deve riaprire il capitolo turismo, ”togliendolo dalla emarginazione e dalla mortificazione attuale: in questo ambito rientrano i provvedimenti dell’Iva per il settore”. Ritornando alla riforma dell’Enit, Pecci ha sostenuto che va fatta secondo la proposta avanzata dalla Conferenza delle Regioni quanto a composizione, maggioranza e presenze nel cda. ”A fronte di questa agenda interna e internazionale – ha concluso Pecci – la prospettiva di collocare a Palazzo Chigi il ‘luogo’ politico nazionale che guidi, indirizzi e coordini il
disegno del nuovo turismo italiano è una necessità primaria e, insieme, una garanzia”.

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