domenica, 7 Luglio 2024

Ferrovie, formalizzate le deleghe nel primo Cda

Pieni poteri a Catania, che dovrà subito rinnovare il Cda delle società del gruppo

Primo consiglio di amministrazione delle Ferrovie dell’era Catania. E’ la prima volta infatti, dopo la nomina dei nuovi vertici lo scorso 18 maggio da parte del
Tesoro, che i neo-consiglieri si riuniscono sotto la presidenza di Elio Catania, da ieri formalmente anche nuovo amministratore delegato. La riunione è servita infatti a formalizzare la nomina ad a.d. di Catania, come già stabilito dalle indicazioni dello stesso azionista. Numerosi e complessi i problemi che attendono l’ex numero uno dell’Ibm, al lavoro già da qualche settimana sui capitoli del mega gruppo ferroviario. Nel quartier generale di piazza della
Croce Rossa, dividendosi con gli impegni milanesi all’Ibm, il nuovo presidente ha già cominciato a incontrare i top manager e a ”studiare le carte”, come ha riferito egli stesso nei giorni scorsi. ”Mi sono messo a studiare adesso le carte e le persone. E’ prematuro fare valutazioni. L’alta velocità sarà comunque il primo capitolo” ha risposto ai giornalisti a margine dell’assemblea annuale di Confindustria, durante la quale ha ricevuto dal palco gli auguri del neo leader di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo. ”In Ferrovie ci sono manager di grande valore, quindi guardiamo alle professionalità interne ed esterne” ha aggiunto Catania riguardo alle voci di possibili cambi ai vertici delle società controllate. E i rinnovi dei consigli di amministrazione di alcune società del gruppo sono tra i primi impegni che il nuovo presidente e
a.d. si trova ad affrontare: sono infatti scaduti a fine aprile i board di Rfi (la società dell’infrastruttura Fs), Italferr e Tav. Anche sul piano industriale, ”troppo presto per fare valutazioni” ha risposto ancora Catania a proposto del piano 2004-2007 presentato al ministro dell’Economia, Tremonti, dal
suo predecessore Giancarlo Cimoli. Il nuovo manager dovrà valutare il progetto strategico e decidere eventuali modifiche. Inoltre, tra i capitoli prioritari figura l’Alta velocità, appesantito da un contenzioso ancora in piedi con la Commissione europea riguardo ad incarichi conferiti ai general contractor
nel 1992 senza ricorso a gara e rivitalizzati nel 2002. Bruxelles ha contestato la necessità di procedere ad assegnazioni attraverso gare europee. Non meno importante, il dossier sul trasporto cargo, comparto in sofferenza per circa 250 milioni di euro di perdite annue. Un capitolo tuttavia complesso, in quanto strettamente connesso alle linee di intervento della politica trasportistica del
governo e non solo. Le modalità del potenziamento del trasporto merci su ferro e via mare rispetto a quello su gomma è uno dei grandi nodi anche a livello Ue. Infine, Catania dovrà riprendere il mano la questione tariffe: quelle ferroviarie sono ferme dal 2001, dopo che a dicembre dello stesso anno il ministro Giulio Tremonti aveva bloccato a sorpresa un aumento del 4,15%, a motivo della concomitanza con l’introduzione dell’euro. Di rincaro dei biglietti dei treni non si parlò più a livello di esecutivo e tutti gli appelli di Cimoli sono caduti nel vuoto. A causa del blocco delle tariffe, le Fs calcolano un mancato introito annuo per circa 60 milioni di euro.

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