domenica, 19 Maggio 2024

Ferrovie, l’Assemblea slitta al 29 aprile

E’ già partito però il totonomine sul ricambio dei vertici

La partita delle nomine alle Ferrovie slitta a dopodomani. L’assemblea dei soci, ieri in prima convocazione, è andata deserta ed è stata aggiornata a giovedì in seconda. Resta fitta la ridda delle ipotesi sull’eventuale quadratura del cerchio in mano al governo. Un ricambio immediato dei vertici sembra comunque prevalere sull’ipotesi di un ulteriore permanenza dell’attuale presidente
e amministratore delegato Giancarlo Cimoli per altri 45 giorni, o addirittura fino al 30 giugno. L’ulteriore slittamento, dopo i tre mesi in più concessi a fine gennaio dall’azionista Tesoro all’attuale presidente e amministratore delegato in carica fino al 30 aprile, viene infatti giudicato una grande forzatura da più fronti. Innanzitutto perché dannoso per l’immagine dell’
esecutivo, che apparirebbe litigioso e poco compatto anche sulla partita Ferrovie. E poi per il rischio di far slittare il ricambio a dopo l’estate, visto il susseguirsi di appuntamenti importanti quali Dpef ed elezioni. La partita sarebbe comunque tutta nelle mani del premier Silvio Berlusconi. In coda all’incontro di giovedì sera a palazzo Grazioli con i ministri dell’ Economia Giulio Tremonti e delle Infrastrutture Pietro Lunardi, dopo aver affrontato il
nodo Alitalia, il premier avrebbe indicato il nome di Stefano Parisi (Confindustria) per la poltrona di amministratore delegato delle Ferrovie. Lo sdoppiamento delle cariche attualmente rivestite da Cimoli vedrebbe invece presidente Marco Staderini (Inpdap), sostenuto dall’Udc. Sembra decaduta invece
la candidatura di Pietro Ciucci, sostenuta da Lunardi. Il premier non avrebbe infatti intenzione di spostarlo dalla mission di realizzare il Ponte sullo Stretto, mettendo così a rischio l’opera-simbolo del governo. In vista dell’assemblea di dopodomani, il nodo Ferrovie dovrà essere di nuovo affrontato
al ritorno del cavaliere da Londra, alla luce dei nuovi sviluppi della vicenda Rai. Se dovesse esser deciso il trasloco del direttore generale Flavio Cattaneo da viale Mazzini, sarebbe pronto per lui il posto analogo a piazza della Croce Rossa. Ciò potrebbe però portare a un allungamento dei tempi del riassetto
Fs. Il puzzle sembra insomma ancora lontano dalla sua soluzione, passibile anzi di ulteriori modifiche di ora in ora. Per questo non viene esclusa neppure l’ipotesi di un ulteriore slittamento dell’incarico a Cimoli segnando così la seconda proroga decisa dal governo; un raddoppio che fa però storcere il naso a più di un alleato, soprattutto in casa An dopo lo scontro a colpi di
lettere tra Cimoli e il viceministro all’Economia Mario Baldassarri sulle nomine decise dal presidente Fs contestate duramente da Baldassarri. Meglio allora sarebbe, sostengono fonti parlamentari, lasciare l’assemblea aperta, come accadde già a fine dicembre quando gli alleati di governo non riuscirono a trovare la quadra sul ricambio, a causa dei numerosi veti incrociati.

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