Le famiglie italiane spendono attualmente nei servizi alberghieri e alloggiativi circa 20.432 milioni a fronte di una spesa nei pubblici esercizi stimata attorno ai 61.459 milioni, con una incidenza sul totale dei beni e servizi consumati sul territorio nazionale pari rispettivamente al 2,5% e al 7,4%. Il dato è emerso durante il convegno “Pubblici esercizi e turismo” organizzato da Fiepet, che ha raccolto alcuni dati riguardo la situazione attuale in Italia di pubblici esercizi e alberghi. Secondo Fiepet, in Italia operano 149.920 bar e 99.456 ristoranti, la maggior parte dei quali è localizzato al Nord. Ma il fatto più rilevante è che i consumi degli stranieri tendono a produrre effetti più elevati rispetto a quanto non accada per la spesa degli italiani. La ricetta allora è sostenere i ristoranti italiani, valorizzando non soltanto l’accoglienza delle città italiane ma soprattutto i prodotti locali. Secondo il presidente di Fiepet, Ermes Anogoni, “L’Italia gode di un’unicità artistica, culturale, ambientale e gastronomica che in prospettiva può essere ulteriormente valorizzata ed incrementata, qualora venga messa a sistema”. Marco Venturi, presidente di Confesercenti, presente all’incontro, si è concentrato sulla tassa di soggiorno. “La tassa – sostiene Venturi – è una delle incognite che grava su di noi da parte degli enti locali e delle regioni, ed è incomprensibile che sia inserita all’interno di una Finanziaria che ha fatto delle cose positive come la correzione dei canoni demaniali, l’Iva sul turismo congressuale e il rilancio dell’Enit”.
