domenica, 28 Aprile 2024

Fipe, Estate 2003 in rosso

Cali di presenze soprattutto per le città d’arte e i laghi

Flessione del 2,4% per le presenze turistiche estive, con un sensibile calo del turismo italiano e qualche difficoltà anche per le città d’ arte; male i laghi, mentre sembra tenere la montagna, ma un pò meno il mare. La fotografia dai toni scuri della stagione turistica ancora il corso è scattata dalla Fipe, la federazione dei pubblici esercizi della Confcommercio, che ha condotto un’ indagine su un campione di 350 imprese che operano nel settore turistico. Così l’estate 2003 dovrebbe chiudersi con una flessione delle presenze turistiche pari in valore assoluto a più di 12 milioni di unità, di cui 7,8 milioni italiane e 4,4 milioni straniere, in grado di generare una perdita di consumi stimati in 865 milioni di euro. Secondo i dati della Fipe tra i turisti stranieri mancano principalmente americani, inglesi e in misura minore i giapponesi. In crescita spagnoli, olandesi e russi. Buona la tenuta dei tedeschi nonostante le recenti polemiche che hanno
sfiorato il turismo di quel Paese verso l’Italia. Le località in prossimità dei laghi sono quelle maggiormente penalizzate dalla flessione del turismo (-4,1%), seguito dalle città d’arte (-3,6%). Anche le località marine
mostrano segni di una certa sofferenza (-1,9%) contribuendo in modo decisivo alla performance negativa della stagione 2003. Tiene le posizioni dell’anno scorso la montagna dove si registrerà una contrazione delle presenze di appena lo 0,4%. A livello di singola destinazione vanno male, per il mare, l’Alto Adriatico, Versilia e costiera ionica della Calabria, mentre in montagna soffre la Valle d’Aosta e l’area del Sestriere. Tra le città d’arte sensibile la flessione di Firenze e Napoli, mentre Roma sembra in grado di poter riassorbire il calo di stranieri fin qui registrato. In flessione anche le città d’arte minori. I dati sono il frutto di un’ indagine di Fipe-Confcommercio effettuata su un campione di 350 imprese tra ristoranti, discoteche, locali serali, gelaterie, stabilimenti balneari e rifugi alpini dislocati nelle più importanti destinazioni turistiche del Paese. L’ indagine ha reso possibile anche individuare alcuni trend dei consumi estivi: la ristorazione tradizionale raccoglie il
consenso dei turisti in città e in montagna, mentre al mare si preferiscono i più sbrigativi ed economici panini e snack. In forte crescita nelle destinazioni turistiche balneari i consumi di gelati, di acqua minerale e di bibite. In montagna va su il consumo di alcolici e birra. In città al sensibile calo dei consumi di alcolici e superalcolici fa da contraltare la crescita dei cosiddetti ready to drink, ma anche di bibite ed acqua minerale. Per colazioni, aperitivi, bibite, spuntini, pranzi e cene si spenderanno, durante lþestate, oltre 9 miliardi
di euro, uno in più di quanto verrà utilizzato per l’alloggio. Altra voce importante del budget del turista è quella dedicata a servizi di intrattenimento per i quali si spenderanno 3,4 miliardi di euro. Ai servizi di spiaggia andranno, infine, 1,4 miliardi di euro. ”Non siamo affatto stupiti þ afferma Edi Sommariva,
direttore generale di Fipe-Confcommercio þ della dinamica del turismo italiano sia sotto il profilo dei flussi che delle tendenze. Ci sembra assolutamente in linea con lo stato della congiuntura economica non soltanto italiana ma anche europea e mondiale. E’ evidente che occorrono misure anticicliche in grado di rilanciare i consumi, in particolare quelli turistici per gli effetti positivi che essi sono in grado di generare sulle economie locali e sull’occupazione. Il turismo, se adeguatamente sostenuto può diventare il primo settore di attività economica del Mezzogiorno, ma sono anche necessari interventi finalizzati al contenimento dei costi d’impresa a cominciare dalla riduzione dell’ Iva in grado di allineare la fiscalità indiretta delle imprese turistiche italiane a quella vigente in Paesi come Spagna e Grecia”.

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