domenica, 5 Maggio 2024

Fondazione Curella: Report Sicilia, brusca frenata dell’industria

Nel 2004 il Pil della Sicilia dovrebbe superare la media nazionale

Una evoluzione congiunturale incerta che porterà la Sicilia a chiudere il 2003 con un Pil pari all’1% circa. Una percentuale superiore a quella dell’anno precedente (0,3%) ed al dato nazionale (0,6%), ma sensibilmente più bassa del tasso medio annuo realizzato nella regione tra il 1996 ed il 2001 (+2,2%). Per il prossimo anno, però, secondo le previsioni di Diste-Fondazione Curella, il Pil siciliano dovrebbe registrare un incremento in volume del 2%, (1,8% nazionale). Ad avere la peggio, quest’anno, l’industria in senso stretto che sta facendo registrare i valori più bassi dell’ultimo biennio. Il valore aggiunto prodotto è, infatti, cresciuto di appena lo 0,5%, a fronte di uno sviluppo medio annuo del 3,2% nel biennio immediatamente precedente. Secondo quanto emerso dal sondaggio effettuato da Diste-Fondazione Curella presso gli operatori bancari del Mezzogiorno, infatti, la produzione è chiaramente in rallentamento per la dimessa evoluzione della domanda. “I risultati più negativi ci provengono”, dice il presidente della Fondazione Curella, l’economista Pietro Busetta, “da una produzione bloccata dalla debolezza dei consumi, determinata, a sua volta, dal contenuto reddito disponibile delle famiglie, dai livelli particolarmente bassi del clima di fiducia dei consumatori, dalla fine degli ecoincentivi per l’acquisto di autovetture, così come da un’attività d’investimento che si attesta su performance in forte diminuzione e da un clima di fiducia delle imprese che registra valori ai minimi storici”.
Questi i dati salienti contenuti nel 23° Report Sicilia, elaborato dal Diste per conto della Fondazione Curella e presentato stamani a Palazzo dei Normanni a Palermo alla presenza del presidente dell’Ars Guido Lo Porto, del preside della Facoltà di Economia dell’Università di Palermo, Vincenzo Lo Iacono e dell’economista Pietro Busetta che lo ha commentato. All’incontro hanno preso parte: il presidente della Confindustria Sicilia Ettore Artioli, il presidente della provincia di Enna, Cataldo Salerno, il segretario della Cisl Sicilia Paolo Mezzio, il segretario della Uil Sicilia, Claudio Barone e il segretario della Cgil Sicilia, Carmelo Di Liberto. Affidata ad Alessandro La Monica del Diste ed a Salvatore Sacco della Fondazione Curella l’illustrazione del Report.
In particolare, un freno di crescita della produzione industriale è derivato dalla stagnazione della domanda mondiale e, in parte, dal peggioramento della competitività di prezzo, conseguente alla rivalutazione della moneta europea. Al terzo trimestre 2003 le esportazioni siciliane sono ammontate a 3.748, 2 milioni di euro, registrando un aumento, in termini monetari, del 3,9%sul corrispondente periodo del 2002, a fronte di una flessione del 4,6% delle complessive vendite all’estero dell’Italia. Sottostante a questo sviluppo vi è, tuttavia, una crescita dell’export di prodotti petroliferi raffinati a 1.830,8 milioni di euro (+17% contro il 25% nazionale). Risultato: al netto del comparto petrolifero, l’export siciliano è calato significativamente (-6,1%), mentre si è registrato un lieve incremento delle importazioni al netto della componente oil -0,8%), al lordo dell’oil +7,8%.
Sul versante della domanda interna, la spesa per consumi delle famiglie in Sicilia potrà giovarsi, per il 2004, del positivo andamento delle retribuzioni legato ai rinnovi contrattuali e della ripresa dell’occupazione. A consuntivo dell’anno, l’esercizio di previsione stima un incremento dei consumi delle famiglie residenti attorno al 2%, il tasso più apprezzabile del quadriennio 2001/2004. Il ritorno di un qualche dinamismo della domanda aggregata contribuirà a rilanciare l’attività in pressoché tutti i rami che producono beni e servizi per il mercato. In particolare, la migliore performance è attesa per le costruzioni e per l’industria in senso stretto, mentre miglioramenti meno apprezzabili si prevedono per il terziario.
Battuta d’arresto, invece, per l’occupazione, con una variazione media nel 2003 pari a – 0,5%. In particolare, l’analisi dei dati occupazionali medi per le prime tre rilevazioni del 2003 per settore di attività economica, mette in luce come il contributo maggiore al calo dell’occupazione provenga dal settore agricolo (-10,8%). Situazione determinata, perlopiù, dalla sempre maggiore sostituzione della manodopera locale con lavoratori stagionali extracomunitari.
Continua, invece, il processo di miglioramento della qualità del credito. La riduzione del rapporto tra partite anomale (incagli e sofferenze) e impieghi registrata tra giugno 2002 e giugno 2003 è pari, infatti, a 1,85 punti percentuali. Nello stesso periodo, invece, nel resto d’Italia non è stato registrato alcun miglioramento. Dai dati forniti dalla Banca d’Italia emerge, inoltre che, sempre nello stesso periodo di riferimento, la raccolta bancaria in Sicilia è aumentata del 6% per quanto riguarda la componente diretta, mentre è diminuita la componente indiretta (15,5%).
Continua a non navigare in buone acque il settore agricolo. Gli eventi climatici che hanno caratterizzato questo semestre hanno, infatti, duramente compromesso le coltivazioni e, di conseguenza, il livello della produzione totale del settore. Inoltre, secondo gli ultimi dati Ismea, i prezzi praticati quest’estate sono stati più elevati del 29,5%. Giro di vite, per il comparto olivicolo. L’Unione Europea ha, infatti, vietato la vendita dell’olio sfuso. Norma che infliggerà un duro colpo al già fragile tessuto economico delle aziende olivicole siciliane, dal momento che su una produzione di 550 mila quintali di olio, il 70% è stato finora destinato alla vendita diretta e all’autoconsumo. Annata magra anche per il settore vitivinicolo per quantità, ma non per qualità della produzione che, invece, dovrebbe risultare ottima. Buono il comparto cerealicolo e pescicolo. Complessivamente il Diste prevede per il 2004 una crescita pari al 5% sul contributo al Pil del settore agricolo siciliano.
Ancora in crisi il settore delle costruzioni. I dati più recenti confermano, infatti, la tendenza al rallentamento che ha caratterizzato il primo semestre del 2003, riscontrabile in tutti i comparti. Per quanto riguarda, poi, il numero dei lavori posti in gara nel periodo gennaio-ottobre 2003 si registra una diminuzione del 40% rispetto allo stesso periodo del 2002. Ma, a fronte di questo dato poco incoraggiante, vi è un aumento nell’importo dei lavori posti in gara (+5,9). Nel corso del 2003, peraltro, gli appalti di cui ai bandi di gara pubblicati hanno segnato una netta impennata risultata più robusta in Sicilia rispetto al resto d’Italia. Nel periodo gennaio/ottobre l’ammontare dei bandi rilevati dal Cresme è risultato di 3.770 milioni di euro, con una espansione pari al +202%, trainata anche dal completamento della Catania-Siracusa (565 milioni).
Per il turismo, infine, è confermata la tendenza al rallentamento già manifestatasi lo scorso anno. In particolare, nel primo semestre del 2003 si sono registrati 1,8 milioni di arrivi con un decremento del 6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Rilevante anche il calo del numero delle presenze (-7,8%). I dati sugli arrivi mostrano, inoltre, due tendenze contrapposte nella tipologia ricettiva: quella relativa al settore alberghiero, che evidenzia una diminuzione di arrivi italiani (-2,7%) e soprattutto stranieri (-14%); l’altra, invece, evidenzia la fase espansiva del turismo extralberghiero che registra degli aumenti consistenti, soprattutto da parte dei turisti italiani (+27,3%). In particolare gli arrivi sono ammontati a 1,6 milioni nel segmento alberghiero e a 134 mila in quello extralberghiero.
“Potremmo essere soddisfatti se partissimo da livelli soddisfacenti. Ma dovendo recuperare un ritardo di sviluppo i dati che presentiamo”, dice Busetta, “non possono rappresentare quella svolta attesa. In tale situazione il governo regionale sembra preoccupato più ad alimentare i gruppi di pressione che intenzionato a impostare quell’azione di cambiamento che sarebbe necessaria”.

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