Nelle gite scolastiche si visitano meno le città d’arte (le prediligono solo il 16%), ma si fanno più itinerari culturali (29%) o si scelgono le capitali europee (27%): lo si desume da una ricerca fatta da due esperti di turismo dell’Università di Ferrara, che verrà presentata venerdì alla Borsa del turismo scolastico, che si apre oggi
alla Fiera di Genova. La ricerca si basa su 12 domande fatte a un campione di 200 insegnanti delle scuole secondarie superiori di tutte le regioni italiane (escluse Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta) che hanno portato le loro scolaresche in gita nell’anno scolastico 2001-2002. Dell’indagine, curata dal ricercatore Leonardo Ricci e da Paolo Pasetti, docente di statistica del turismo, si
parlerà venerdì al convegno ‘Il viaggio che vorrei’ alla Sala Liguria della Fieracongressi. ”Il numero medio di alunni accompagnati in ciascuna gita è di 54,5, per cui possiamo stimare che il nostro campione di 200 referenti, esprime in realtà il comportamento di 10.900 studenti – scrivono i ricercatori – pari allo 0,45% dell’intera popolazione studentesca italiana”. Altra sorpresa: le gite diventano sempre più lunghe e costose. Il 30,5% fa viaggi tra i 4 e i 5 giorni, con punte che aumentano con l’età degli alunni. Solo il 19,5% fa gite di 2 o 3 giorni. Inoltre, il 24,5% è disposto a spendere tra 101 e 200 euro, ma il 23,5% paga tra i 201 e i 300 euro. Solo le gite di
un giorno costano sotto i 50 euro. I costi sono anche relativi alla scelta dell’alloggio: il 73 per cento sceglie infatti alberghi a tre stelle, il 13,4 a quattro stelle. Tra le mete più originali ci sono quelle a fabbriche, laboratori o fiere, predilette dal 10% degli insegnanti. Il mezzo di trasporto in pole position, resta il pulmann (73%), seguito dal treno (18,5%). Quanto al periodo prescelto, nessun colpo di scena: è la primavera, specie il mese di marzo (38,5%) e quello di aprile (35,5%).
