domenica, 19 Maggio 2024

GNV: Grimaldi vende, ma resta al timone

Il “grande vecchio” dello shipping italiano ha in mente nuove sfide

Per il suo ottantaduesimo compleanno, che cade proprio oggi, ha deciso di cedere alle lusinghe, e offerte, del fondo Permira. L”80% di Grandi Navi Veloci passa così di mano, ma Aldo Grimaldi, il “grande vecchio” dello shipping italiano, non ha intenzione né di andare in pensione né tantomeno di cedere il timone della sua creatura. Anzi, con il denaro fresco ricavato immagina nuove sfide, ad esempio nel Mediterraneo orientale per andare a far concorrenza ai greci. ”Non siamo stati noi a cercare loro. Il fondo Permira ci ha fatto una corte spietata per sei mesi – afferma il battagliero armatore, nipote del mitico Achille Lauro – Abbiamo scelto loro perché ci davano le maggiori garanzie, soprattutto quella di lasciare a noi tutto il management e la parte operativa. Avevamo almeno altri quattro-cinque investitori interessati all’operazione, eravamo propria una preda appetita. E abbiamo mantenuto come famiglia oltre il 18% del capitale”. ”Grandi Navi Veloci era giunta ad un punto cruciale della sua vita – si infervora Grimaldi, di famiglia napoletana ma trapiantato a Genova da oltre cinquant’anni – dovevamo crescere, aumentare il naviglio. Ma le navi nuove, fatte come vogliamo noi, costano parecchio e quelle reperibili sul mercato non hanno gli standard di velocità, comfort e sicurezza tipici di Grandi Navi Veloci. Era obbligatorio aumentare la massa critica dell’azienda, trovare sinergie con altri gruppi ma mantenere intatte le caratteristiche del gruppo: non solo traghetti per andare da un porto all’altro, ma cruise ferries, navi per trasportare auto, camion e passeggeri con il comfort di una nave da crociera. E’ la differenza che esiste tra la ‘carretta’ (il traghetto, in gergo marinaro) ed il ‘tacchetto’, appunto il cruise ferry, sempre in gergo portuale”. Nato a Solofra (Avellino), ”ma solo perché mia madre era in villeggiatura dai parenti”, Aldo Grimaldi è figlio di una sorella di Achille Lauro. ”Come dico sempre – afferma con civetteria – quando mi fanno l’analisi del sangue trovano più acqua di mare che plasma”. Da studente, passa le vacanze estive lavorando a bordo delle navi dello zio Achille e poi torna a studiare all’istituto nautico. Si diploma capitano di lungo corso e poi continua gli studi laureandosi in scienze economiche e marittime all’università di Napoli. In guerra presta servizio come guardiamarina. Finita la guerra, arriva a Genova, a piedi, per cercare notizie dei suoi fratelli, con i quali nel 1947 fonda la ”fratelli Grimaldi Armatori”. Nella tradizione dei gruppi armatoriali italiani, quella dei Grimaldi è una vera e propria dinastia. Separatosi dai fratelli, che scelgono strade diverse, oggi Aldo Grimaldi lavora al fianco dei figli Giovanni, Isabella (delegata del presidente per contenzioso e assicurazioni) e Alessandra
(responsabile marketing per Grandi Navi Veloci). I figli hanno condiviso la scelta di vendere? Ridacchia, rispondendo, il ‘vecchio’ Aldo: ”E vorrei vedere… con qualche miliarduccio (di vecchie lire) che incasseranno!”. ”L’ operazione con Permira è una partnership per lo sviluppo della società – ribadisce l’ armatore – riteniamo che il settore del trasporto marittimo abbia buone prospettive soprattutto se si hanno idee nuove e non rimaniamo tutti sulle
stesse linee. Sono già 135 mila i passeggeri che hanno utilizzato la nuova linea Civitavecchia-Palermo, un’alternativa alle battute Napoli-Palermo. Ma solo con le nostre navi che vanno a 30 nodi riusciamo a coprire nello stesso tempo una
distanza di 249 miglia”. Grimaldi non nasconde che intende sfidare i greci in
Adriatico, ”che finora hanno fatto quello che hanno voluto”. Ora che, con il parziale sgravio contributivo per gli equipaggi, anche le flotte italiane possono essere competitive rispetto ai costi delle altre mediterranee.

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