Il disastro non ferma il turismo in Val di Fassa: hotel sold out

La vetta della Regina delle Dolomiti rimane chiusa, ma la stagione turistica in Val di Fassa non si ferma. Buona parte delle strutture ricettive della zona registra già il “sold out” per tutto il mese di agosto, mentre gli alberghi della parte alta della valle stanno accogliendo le ultime richieste per le poche stanze ancora disponibili. A pochi giorni dal disastro della Marmolada, che impegna ancora uomini e mezzi nelle ricerche in quota, la vita nella valle sta tornando alla normalità, con gruppi di escursionisti che affollano i sentieri in direzione delle località alpine e i tanti ciclisti che si inerpicano sulle strade di montagna.

Rimane il continuo volo degli elicotteri di soccorso che monitorano il ghiacciaio, ricordando così ai tanti turisti la drammaticità degli eventi che hanno sconvolto la quotidianità di una località turistica all’inizio della stagione. Gli albergatori si dicono fiduciosi, mentre l’Azienda di promozione turistica della zona ha già avviato un confronto interno per fare il punto sulla strategia da attuare nelle prossime settimane.

“Dal punto di vista turistico, non registriamo particolare preoccupazione da parte degli albergatori per quanto avvenuto sulla Marmolada, in quanto si tratta di una tragedia circoscritta ad un numero ristretto di alpinisti che va a quote superiori ai 3.000 metri e si inserisce all’intero di una dimensione di imprevedibilità legata agli effetti dei cambiamenti climatici ad alta quota”, ha spiegato all’ANSA il direttore generale dell’Azienda per la promozione turistica della valle di Fassa, Paolo Grigolli.

È tuttavia opinione diffusa, sia tra le persone del posto, sia negli amministratori, che il disastro segnerà uno spartiacque nel turismo locale, e richiederà un ripensamento generale delle modalità di fruizione della montagna, anche in relazione ai rischi comportati dal cambiamento climatico. Il governatore della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, si è già detto favorevole ad utilizzare per gli alpinisti in montagna le bandiere rosse come al mare per indicare un grado di pericolo maggiore.

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