venerdì, 19 Luglio 2024

Isola di Pasqua, i Rapa Nui dicono no ai turisti

Ma il governo cileno pensa a un’eco-tassa sull’ingresso degli stranieri

Basta all’invasione dei turisti, d’ora in poi gli stranieri che vogliono visitare l’Isola di Pasqua dovranno avere il via libera dagli abitanti. La richiesta del popolo dello sperduto isolotto del Pacifico a .600 chilometri dal Cile è stata inoltrata alla presidente Michelle Bachelet, ma è solo l’ultima mossa dei Rapa Nui che da tempo sognano l’indipendenza. Nella terra dei ‘moai’, i giganteschi monoliti dalle misteriose sembianze umane, oramai da tempo si respira aria di rivolta. La settimana scorsa, un gruppo di abitanti dell’isola ha bloccato per tre giorni l’aeroporto. Gli agguerriti leader Rapa Nui hanno intanto preparato un documento, chiamato ‘Controlli all’ingresso dei cittadini’, basato sul testo che anni fa un’altro arcipelago latinoamericano, le Galapagos (che fa parte dell’Ecuador), ha firmato con il governo di Quito. Il documento divide le persone in tre categorie: residenti, temporanei, turisti. I primi sono tutti coloro che hanno un vincolo con l’etnia dell’isola (in primo luogo, i figli di padre e madre Rapa Nui), mentre nel secondo gruppo rientrano "i temporanei, cileni nati nella terraferma o stranieri che lavorano sull’isola". Il terzo gruppo riguarda infine i circa 60 mila turisti che ogni anno sbarcano nell’isola, che secondo la nuova proposta "non potranno rimanerci più di tre mesi". Per il governo, la via d’uscita al contenzioso è più semplicemente una ‘eco-tassa’ sui visitatori, i cui proventi saranno destinati alla conservazione del rilevante patrimonio dell’isola. La tassa sui turisti stranieri esistente nelle Galapagos permette infatti incassare 12 milioni di dollari dai circa 85 mila visitatori l’anno, ognuno dei quali paga 100 dollari per ammirare le isole rese famose da Darwin.

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