domenica, 7 Luglio 2024

La Corte dei Conti bacchetta le Ferrovie dello Stato

Infrastrutture inadeguate e treni vecchi frenano produttività

Infrastrutture inadeguate, treni vecchi che comportano alti costi di manutenzione e necessità di tenere sotto controllo i livelli di produttività. Sono questi alcuni dei punti deboli delle Ferrovie dello Stato messi in luce dalla Corte dei Conti nella relazione sulla ”Verifica dello stato di attuazione dei poteri ministeriali di indirizzo e vigilanza sulle ferrovie dello Stato in correlazione agli obiettivi strategici, gestionali ed economico-finanziari”. I magistrati contabili ritengono poi ”urgente” che, come
previsto da una delibera Cipe, il ministero dell’Economia e
quello dei Trasporti provvedano, ”con decreto emanato di
concerto, ad individuare i ruoli dei rispettivi dicasteri ai
fini dell’esercizio dei poteri dell’azionista (Stato)”,
definendo. La Corte dei Conti sottolinea inoltre che il programma per l’Alta Velocità ”avrà certamente delle ripercussioni sulla finanza pubblica a partire dal 2009, anno
nel quale è previsto che lo Stato intervenga con somme considerevoli per integrare l’onere per il servizio del debito nei confronti di Infrastrutture Spa”. I magistrati contabili definiscono l’infrastruttura delle Fs ”inadeguata, in termini di estensione e capacità – da cui dipende il potenziale di sviluppo del traffico – ma soprattutto in termini di tecnologie adottate, specie quelle dedicate al miglioramento dei livelli di sicurezza”. Inoltre si fa notare che i ritardi nell’esecuzione dei lavori ”allontanano nel tempo il raggiungimento dell’obiettivo di risanamento
infrastrutturale, anche se negli ultimi anni si è evidenziata
una maggiore capacità di spesa”. Quanto ai treni, la Corte osserva che il ”parco rotabile di età media elevata comporta alti costi di manutenzione, con la correlativa esigenza, ai fini del perseguimento degli obiettivi dell’efficienza dei servizi e della sicurezza della circolazione ferroviaria, di un progressivo rinnovo del materiale rotabile”. Sul fronte dell’adeguamento dell’infrastruttura e dei treni occorre avere, secondo i magistrati, ”maggiore attenzione a specifiche problematiche quali lo slittamento dei tempi di
ultimazione previsti per l’esecuzione degli interventi ed il
connesso aumento dei costi con ulteriori esigenze di finanziamento dei progetti, assicurando, nel contempo la
trasparente individuazione dei centri di responsabilità ai
quali è rimessa l’attuazione degli interventi medesimi”. Anche perché le esigenze di nuovi ulteriori finanziamenti per
interventi avviati in precedenza ”incidono sulle certezze
proprie di una concreta programmazione di interventi
infrastrutturali”. Per ciò che riguarda infine l’importanza dei controlli affidati ai ministeri, la Corte dei Conti ricorda che la liberalizzazione del settore, in quanto concorrenza di mercato, ”di per sè non garantisce la sicurezza, perché l’abbattimento dei costi potrebbe riguardare proprio la sicurezza”: proprio da questo nasce quindi, secondo i magistrati, ”l’esigenza di una costante e puntuale vigilanza”. Con un ruolo determinante assunto dalla certificazione di sicurezza che ”deve provenire da un soggetto indipendente dall’attività di servizio del trasporto ferroviario”.

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