sabato, 29 Giugno 2024

La Francia prepara nuove regole per i charter

I T.O. dovranno rendere noto il vettore con cui volano

Dopo la tragedia di Sharm el Sheikh la Francia è pronta a mettere nuove regole nel mondo dei charter e dei tour operator. Il ministro dei Trasporti Gilles de Robien ha proposto oggi che una legge obblighi gli agenti di viaggio a fornire in anticipo ai clienti il nome della compagnia usata per i voli. De Robien è stato categorico all’Assemblea Nazionale, in risposta ad un’interpellanza: ”Ogni francese che ricorre ad un tour operator deve sapere al momento dell’acquisto con quale compagnia aerea andrà in vacanza”. A suo giudizio va rafforzato anche il sistema dei controlli: da casuali e a campione le ispezioni dovrebbero diventare sistematiche e approfondite quando si tratta dei charter di
compagnie straniere. Nel frattempo continuano ad emergere particolari inquietanti. Nonostante la Francia abbia polemizzato con gli svizzeri sui controlli, si scopre che anche la Polonia nel 2002 aveva sospeso il permesso di volo. In aggiunta alle testimonianze di passeggeri che raccontano di sedili sfondati, cinture rotte, toilettes puzzolenti e un
generale stato di consunzione all’interno della cabina, sono
emersi intanto altri dati piuttosto preoccupanti sul Boeing
precipitato. Non era vecchissimo il charter della morte ma sembra ormai certo che era stato spremuto come un limone. Nei
suoi undici anni di vita è rimasto quasi di continuo in aria
perché i suoi successivi proprietari (sette) hanno cercato di
sfruttarlo al massimo. Dal 1993 a sabato scorso aveva effettuato la bellezza di 25.592 decolli e altrettanti atterraggi. Il che fa una media di sei decolli e sei atterraggi al giorno. Altro particolare non del tutto rassicurante: il pilota ai comandi, formato nell’aeronautica militare egiziana, aveva pochi mesi di esperienza nell’aviazione civile.

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