domenica, 12 Maggio 2024

La Sardegna riscopre le miniere

Stanziati 5 milioni di euro per itinerari turistici alternativi

C’ è un autentico tesoro nelle miniere dismesse della Sardegna che apre nuove prospettive per
il turismo di alcune aree economicamente depresse della Sardegna. Per ”scoprire” il tesoro ha preso forma un progetto di cui si parlava da tanti anni, e che potrebbe essere integrato al Parco Geominerario sardo, il quale ancora stenta a decollare. I Comuni di Iglesias, Narcao e Sassari, insieme con l’ assessorato regionale del Turismo e l’ Igea, hanno firmato oggi l’ affidamento di 5 milioni di euro previsti dal bando per gli interventi riguardanti gli Itinerari turistici integrati e l’
Archeologia mineraria. I fondi, previsti nel Por Sardegna del dicembre 1999, sono specifici per l’ ampliamento e la diversificazione dell’ offerta e possono essere integrati da progetti (anche di privati) finanziabili dalla legge nazionale 488/92, per la quale l’ Assessorato regionale al Turismo ha stilato una graduatoria speciale (alla quale viene garantito il 50 per cento dei circa 50 milioni di euro all’ anno destinati alla Sardegna) riservata a 73 Comuni delle aree minerarie dismesse e delle zone interne. I nuovi interventi, riguardanti le miniere di Monteponi (Iglesias), Rosas (Narcao) e Argentiera (Sassari) andranno a completare il percorso turistico che, soprattutto nel Sulcis-Iglesiente, sta prendendo forma da due anni a questa parte, grazie al ripristino di suggestivi siti come Porto Flavia, Santa Barbara e Pozzo Sella avviato dall’Ente Minerario Sardo (Emsa) per conto della Regione Sardegna. Cultura, turismo, servizi e commercio: l’indotto, negli intendimenti dei firmatari, dovrebbe creare centinaia di posti di lavoro, proseguendo nella storica tradizione dei minatori che, per generazioni, hanno popolato quei territori. In tutta l’ Europa si guarda con attenzione alla valorizzazione delle aree industriali dismesse: tra i due esempi più noti, quelli della Ruhr e del distretto di Glasgow.

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