giovedì, 25 Aprile 2024

Legambiente, tutti i souvenir da evitare

Gli acquisti da non fare, dagli animali esotici agli oggetti in avorio

Dall’ olio di tartaruga comprato in un mercatino caraibico alla tarantola; dalla scimmietta nana delle foreste pluviali alla scultura d’ avorio o semplicemente al cavalluccio marino. La passione per il souvenir può trasformare il turista italiano nel complice di uno scempio ambientale o nel protagonista dell’ aggressione ad una specie a rischio. L’ allarme lo lancia Legambiente, in vista del rientro dalle vacanze. Di ritorno dalle ferie, spiega l’ associazione, ”nella valigia degli italiani finiscono piante o animali (vivi o impagliati) la cui sottrazione all’ habitat di appartenenza o lo sfruttamento per ottenerne oggetti d’ artigianato costituisce
una minaccia per l’ ambiente. Si va dai casi di stelle marine e dei cavallucci pescati lungo le coste nostrane e portati in casa a far bella mostra di sè, fino ad arrivare a quelli limite di scimmiette narcotizzate e messe in valigia fra costumi e parei”. Il turista, prosegue l’ associazione, ”diventa così un aggressore, qualche volta incosciente, ma più spesso colpevole di un irragionevole ed irresponsabile leggerezza. Basta pensare ai prodotti d’ avorio liberamente in commercio in Zimbabwe, ad esempio, che alimentano le stragi di elefanti; o tutta una serie di animali vivi che hanno conquistato le simpatie degli italiani: serpenti (come piccoli pitoni e boa), ragni velenosi (migale e tarantole), piccoli caimani, tartarughe, camaleonti, iguane”. Il danno in questi casi è triplice. Prima di tutto, rileva Legambiente, ”sull’ esemplare prelevato: quei pochi che arrivano ancora vivi all’ altro lato dell’ oceano (e sono solo il 10%) sono costretti ad una vita in cattività in un ambiente inadatto. Poi sulla specie: la pratica della sottrazione di esemplari, quando parliamo di specie a rischio, suona come una condanna all’ estinzione. E poi c’ è l’ ecosistema italiano: è già capitato che alcune specie importate entrassero in competizione con quelle nostrane mettendole seriamente a rischio: come la tartaruga californiana, che minaccia la testuggine palustre italiana, o gli scoiattoli del nord America che, più grossi e voraci, stanno scalzando quelli nostrani”. Fra i souvenir insostenibili Legambiente cita ancora i
prodotti ricavati dalla pelle di rettili, e soprattutto di coccodrilli; o quelli fatti con conchiglie come la tridacna
gigante. E poi coleotteri, vivi o meno, farfalle, uccelli. Insomma, il vademecum su cosa comprare o meno è pronto. Il resto tocca alla coscienza, e alla civiltà, dei turisti.

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