domenica, 21 Luglio 2024

L’Oms sconsiglia viaggi a Toronto, ma il sindaco non ci sta

“Siamo una città di 2,5 milioni di persone dove si continua a vivere normalmente”

Il consiglio dell’Oms a evitare viaggi a Toronto per non incorrere nel virus della Sars ha mandato su tutte le furie il Sindaco della metropoli canadese, ormai stretta nella morsa della psicosi. E di lì a poco è arrivato anche l’avvertimento della Lega del baseball del nord america, che ha invitato tutti i giocatori che si recheranno a Toronto a evitare la folla e a non firmare nemmeno autografi. Clima che sta diventando insostenibile, anche per le ripercussioni economiche. ”Non sono mai stato
così arrabbiato in vita mia”, ha esclamato il sindaco Mel Lastman, che insieme ai vertici della sanità locale ha sostenuto che i casi di polmonite atipica sono sotto controllo e la decisione dell’Oms è ingiustificata. Ma martedì è arrivata la quindicesima vittima per Sars in Canada – tutti i decessi si sono verificati nell’area di Toronto – e i casi probabili o sospetti in tutto il paese hanno raggiunto
quota 324. I vicini di casa degli Stati Uniti stanno meglio, con 39 casi e nessun morto, ma seguono preoccupati gli eventi canadesi. Un team del Cdc, l’agenzia federale americana che combatte le epidemie, è al lavoro a Toronto per consigliare le autorità locali e controlli sempre maggiori vengono svolti sui treni e gli aerei diretti nella città canadese. Ma gli Usa cominciano ad avere motivi di preoccupazione anche all’interno. Due studenti di college, uno in New Jersey e uno in
un campus nella parte settentrionale dello stato di New York, vicino al Canada, sono risultati positivi alla Sars. Nel primo caso sarebbe stato un familiare arrivato da un paese a rischio a
provocare il contagio, mentre il secondo studente è stato di recente a Toronto. La Seton Hall University e un college della contea di Onondaga, frequentati dai due studenti, stanno
valutando la situazione ma per ora hanno escluso rischi. Le autorità canadesi intanto sfidano l’Oms a venire a Toronto e verificare di prima mano la situazione in città. ”I fatti non giustificano in questo momento il loro avvertimento”, ha detto la dottoressa Sheela Basrur, dell’ufficio della sanità
locale. ”E’ una decisione del tutto fuori luogo – le ha fatto eco il dottor Donald Low, microbiologo al Mount Sinai Hospital – perché il fatto che non abbiamo visto altri casi di contagio secondario nelle ultime due settimane ci dice che il virus è stato contenuto”. Gli operatori turistici della città sono distrutti. ”L’ultima grande destinazione turistica al mondo che ha passato quello che stiamo passando noi – spiega uno di loro, Mark Hannah – è stata New York dopo l’11 settembre”.

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