L’Osservatorio Parlamentare per il turismo chiede un Sottosegretario ad hoc

Per il rilancio necessario coordinamento Stato-Regioni

Il ‘turismo bipartisan’ fa il suo primo passo chiedendo un maggior coordinamento al di là di uno ”sterile gioco di rivendicazioni di competenze” fra le Regioni e lo Stato centrale. Benché la riforma del Titolo V assegni le competenze alle Regioni, sono molte infatti le politiche
nazionali che influiscono sul settore, a cominciare da quelle
fiscali e ambientali o legate al tema dello sport, dei giochi e dei casinò. L’ interdisciplinarietà del settore è tale che,
oltre a un forte coordinamento, richiede anche un sottosegretario ad hoc per il Turismo. La proposta parte dall’ ”Osservatorio parlamentare per il Turismo”, l’organismo bipartisan a cui hanno dato vita nel luglio scorso 150 deputati e senatori di tutti i partiti di maggioranza e opposizione. L’ Osservatorio, presieduto dal deputato di Forza Italia Gianantonio Arnoldi, propone un’ idea di governance del sistema turistico che coordini i ruoli dei diversi soggetti pubblici e privati a tutti i livelli e come prima uscita pubblica ha organizzato un confronto a Roma fra parlamentari, assessori, operatori, rappresentanti dell’ Anci e di tutte le principali associazioni di categoria. Al seminario intitolato ”La Governance nel Turismo: tra autonomia e sviluppo”, sono intervenuti anche il presidente di Federturismo-Confindustria Costanzo Jannotti Pecci e il direttore generale del Touring Club Italiano (‘braccio operativo’ dell’ Osservatorio) Guido Venturini. ”Il turismo è l’ industria italiana più importante se si considera l’ indotto, ma è un’ industria da tutelare e incentivare anche con un regime fiscale armonizzato a quello europeo”, ha detto Arnoldi, sottolineando che nel ”Belpaese” la propensione all’ outgoing è molto maggiore rispetto all’incoming degli stranieri in Italia. Lo confermano anche i dati del Touring Club, secondo i quali il saldo valutario dei primi otto mesi di quest’ anno registra un calo di quasi il 12%. Ma i 150 parlamentari sono convinti che se si liberano tutte le potenzialità inespresse, il turismo può creare molta
occupazione ed essere il perno su cui puntare per lo sviluppo
del Paese: ”La crisi economica e industriale in cui versa l’
Italia denota un problema di competitività ed è il turismo,
con la sua unicità e tipicità, il volano sul quale
scommettere”. Secondo una stima del Tci, nel 2002 erano circa 2 milioni e 300 mila gli occupati nel settore, a cui ne vanno aggiunti altri 500.000 del sommerso, così suddivisi: il 48% al Nord, il 24% al Centro e il 28% al Sud. In termini di spesa turistica, la più alta concentrazione è nelle località settentrionali con il 52%, contro il 25% del Centro e il 23% del Sud: ”Il potenziale inespresso del Mezzogiorno è quindi enorme – ha osservato Venturini – valutabile in circa 11 miliardi euro e 280 mila nuovi occupati nell’ area”. I dati sull’ economia del settore – diretta e indotta – sono tuttavia frammentari e spesso imprecisi, tanto che uno degli obiettivi dell’ Osservatorio è anche quello di costituire una banca dati di informazioni certe. E’ inoltre in preparazione un Forum su tutti questi temi nell’ ambito del Bit: ”Il banco di prova non sarà questa Finanziaria, ma già in questa Finanziaria ci metteremo a lavorare – ha concluso Arnoldi – Ci aspettiamo che il Ministro delle attività produttive rafforzi la propria sensibilità, magari anche attraverso un sottosegretario ad hoc”.

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