domenica, 19 Maggio 2024

Nel 2002 boom di arrivi al Sud

Nel complesso gli spagnol9 hanno superato i tedeschi. In aumento gli arrivi dai mercati emergenti

Il 2002 è stato un anno di luci ed ombre per il turismo da e per l’Italia, condizionato dalla situazione internazionale seguita all’11 settembre 2001 che ha convinto molti a non viaggiare. I dati presentati sabato a Venezia, in occasione della quarta conferenza Ciset-Uic ”L’Italia e il turismo internazionale nel 2002”, disegnano un’Italia a due facce, con un boom al sud e una decisa ripresa del traffico verso l’estero a fronte del calo degli ingressi, anche se ha sorpreso il boom di turisti provenienti da Paesi non tradizionali. Il dato più significativo del 2002 è proprio la ripresa del sud, che ha recuperato parecchi punti rispetto alle regioni settentrionali. Ad eccezione della Puglia (-7 %), l’aumento di entrate derivanti dal turismo è stato costante rispetto al 2001: +15 % in Calabria, +16% in Campania, +30% in Sicilia, addirittura +61% in Basilicata. Al nord, dove la situazione tra perdite e guadagni è rimasta pressoché inalterata, spiccano il +57 per cento della Valle d’Aosta ed il significativo +29 del Friuli Venezia Giulia. Il dato friulano si spiega con il boom di turisti croati (+53,1%) che, unitamente agli aumenti di Svizzera (+21) e Francia (+16,6) ha in parte compensato le gravi perdite da Stati Uniti (-23,4 per cento, dovuto in particolar modo allo shock post 11 settembre), Giappone (-10,4) e Gran Bretagna (-5). Tirando le somme, il calo della spesa per turismo è stato pari al 2,7 per cento (28.207 milioni di Euro contro i 28.77 del 2001), a causa della scarsa propensione a spendere degli stranieri (-6,5 per cento pro capite) e delle perdite nei paesi top spenders. Lombardia (15.490.000 di turisti), Friuli Venezia Giulia (12.591.000) e Veneto (11.481.000) restano le regioni più visitate, grazie all’effetto trainante di province come Milano (6.881.000 visitatori), Trieste (7.692.000, +43 per cento, in particolare dalla Croazia) e Venezia (5.934.000). Rimane al top anche Roma (6.090.000) anche se ha pagato la flessione di tutto il Lazio (-25 per cento) perdendo più di 150.000 visitatori, mentre per quanto riguarda le destinazioni ricettive va segnalato l’aumento della richiesta per case in affitto (da 7,4 a 9,1 per cento). Buono il voto medio dato dai turisti all’Italia (8,3) con particolare apprezzamento per la sicurezza, leit motiv di questi anni, a fronte della critica per i costi elevati. Nel 2002 sono ripresi in maniera notevole gli spostamenti dall’Italia, aumentati del 7,6 per cento (spicca il +44 dell’Egitto, ma va segnalato anche il +15,7 degli Stati Uniti). L’81% degli italiani ha scelto mete in Europa: la Francia resta in testa alla spesa degli italiani (2.179 milioni, +10,5 per cento), mentre in grosso calo è la Germania (-8,4), che è stata superata anche dalla Spagna (+18,2). Pur nel calo dei viaggi per turismo (-1,8%), il motivo di svago è sempre trainante (50%, rispetto al 31 per motivi di lavoro): la scelta si è indirizzata prevalentemente sul mare (39%), seguito dalle città d’arte (27) e dalla montagna (7). La tendenza per il 2003, evidenziata dal mese di gennaio appena trascorso, è un ulteriore aumento dei viaggi verso l’estero: il differenziale tra spesa degli stranieri in Italia e degli italiani fuori dai confini è infatti calato bruscamente (-85,3 %) anche se il saldo resta ancora attivo per le nostre regioni.

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