venerdì, 17 Maggio 2024

Park Life, la Pescaturismo non conosce crisi

Negli ultimi sei anni è cresciuto a ritmi vertiginosi (+250%)

Gettare reti con i pescatori: ecco il turismo piu’ trendy della prossima estate. Lungo le coste italiane, infatti, cresce a ritmi vertiginosi il pescaturismo,
il gemello acquatico dell’agriturismo: in soli 6 anni +250%. Stufi di spiagge sovraffollate e musica a tutto volume, gite in acquascooter e motoscafi, almeno 300mila gli italiani che per l’estate 2005 sceglieranno una vacanza a bordo dei pescherecci. Il boom della nuova moda e’ stato lanciata da Park Life, il 1/o
Salone dei Parchi e del Vivere Naturale dedicato alle aree protette italiane e del bacino del Mediterraneo organizzato dal 26 al 29 maggio da Federparchi, Legambiente, Compagnia dei Parchi (tour operator delle aree protette) e Fiera Roma, con il contributo del Ministero dell’Ambiente e la partecipazione di
Regione Lazio, Provincia di Roma, Comune di Roma e CCIAA di Roma.
Secondo un dossier di Legambiente, fioccano le prenotazioni alle cooperative di pescatori (erano 800 l’anno scorso) che offrono ospitalita’ a bordo delle loro imbarcazioni e che al termine di una giornata di pesca tradizionale, tutta sale e onde, mettono sul piatto una mangiata finale a base dei prodotti ittici appena catturati. Un vero e proprio boom, quello del pescaturismo, che nel giro di un decennio, ha visto crescere vertiginosamente gli operatori del settore: nel 1995 erano poche centinaia le persone che salivano a bordo di un gozzo per andare
a scoprire i segreti dell’ambiente costiero e delle profondita’ marine, solo due anni dopo erano 147 le imprese autorizzate a trasportare i ‘pescatori per un giorno’, mentre nel 2004 su gozzi e pescherecci contavano almeno 300mila turisti, con un incremento del 250% rispetto al 1999. Il pescaturismo, secondo i dati resi noti nell’ambito di Park Life, rappresenta una proposta innovativa per rispondere all’ esigenza di diversificazione di parte delle attivita’ di pesca,
in particolare all’interno di aree marine protette. Il tutto, sottolinea Legambiente, in perfetta linea con l’esigenza di politiche che rispondano ai criteri di un turismo responsabile. Ma chi sceglie di trascorrere le ferie tra le reti? Il pescaturista tipo ha tra i 30 e i 40 anni, abita in citta’, e’
appassionato di prodotti biologici, si tiene alla larga dalle spiagge affollate. E per un passaggio in barca, la prossima estate, spendera’ mediamente dai 30 ai 50 euro. Una tariffa che comprende anche, a seconda delle localita’ e delle condizioni del mare, battute di pesca sportiva o immersioni per gli amanti dei fondali, corsi di educazione ambientale ed escursioni naturalistiche lungo la costa. ”L’eccezionale bellezza paesaggistica – ha spiegato Sebastiano Venneri, responsabile mare di Legambiente – la peculiarita’ morfologica-geologica delle più interessanti località turistiche italiane e la necessita’ avvertita nel mondo dei piccoli pescatori di creare nuove opportunita’ di lavoro e di guadagno e nuova occupazione hanno portato alla nascita del pescaturismo”. Per avere un quadro delle offerte, oltre a Legambiente, sul campo tutte le associazioni del settore, da Agci Pesca, a Federcoopesca e Lega Pesca. Per il pescaturismo sono state anche pensate delle regole ad hoc. Dal 1999 c’e’ un decreto ministeriale (il numero 293 del 23 agosto) che individua, ricorda Legambiente, le caratteristiche di questa attivita’ nell’ottica della divulgazione della cultura
del mare e della pesca. Di recente al pescaturismo si sono aggiunte anche altre attivita’ come l’ittiturismo che per esempio vede i pescatori dei borghi di mare trasformare le proprie caratteristiche abitazioni, adeguatamente ristrutturate
o appositamente acquisite, in strutture ricettive con annessa offerta di servizi di ristorazione e degustazione dei prodotti tipici delle marinerie, escursioni guidate in mare e nei parchi naturali, visite alle bellezze storiche e archeologiche, corsi di cucina locale.

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