sabato, 20 Luglio 2024

Più misfatti che fatti nel 2004 che va in archivio

Dalla crisi Parmalat allo Tsunami, 12 mesi in chiaroscuro

Si usa dire, ognuno con il suo proverbio, che l’anno bisestile non porta bene. Ed in effetti il 2004 non sarà ricordato con particolare piacere dagli operatori del turismo, seppur con qualche eccezione. Aperto prima dalla crisi Parmalat e poi Alitalia, l’anno si è chiuso con l’immane sciagura del Sud Est asiatico. E già questo basterebbe a far capire che l’anno che doveva essere dell’atteso rilancio non ha rispettato le previsioni.
I primi mesi dell’anno sono stati monopolizzati dal crack della Parmalat, e dunque dalle aziende del turismo a lei collegate. Mille e più posti di lavoro salvati con la legge Marzano. Trattamento differente, invece, per un altro colosso italiano del turismo in evidente agonia: la Cit. La compagnia italiana turismi annaspa da mesi, ma non ha ancora ricevuto alcuna attenzione dal Governo. La Legge Marzano, invece, seppur un po modificata, di recente ha fatto da paracadute anche al Gruppo Volare, messo a terra da una gestione quanto meno poco oculata. Il fallimento della prima compagnia area privata italiana è giunto fortunatamente con Alitalia già pronta a rialzare la testa, in quello che può essere definito l’anno nero del trasporto aereo in Italia. Se oggi, infatti, Alitalia sembra avviata verso il risanamento, l’anno appena trascorso è stato quello delle grandi “guerre” e del tutti contro tutti. Alla fine, azzerato il management guidato da Francesco Mengozzi, che aveva portato solo a un improduttivo scontro con i sindacati, la nuova strada intrapresa dalla squadra di Giancarlo Cimoli sembra quella giusta: i conti stanno migliorando, così come puntualità e load factor, è stato concesso il prestito-ponte (anche se ancora non utilizzato) ed è stata attivato l’iter per la tanto sospirata privatizzazione. Alla fine ne dovrebbe venir fuori una grande compagnia, strategica per il Paese e per il rilancio del turismo.
Il 2004, infatti, doveva essere l’anno dei grandi numeri, ed invece, mille fattori hanno rallentato l’attesa crescita, dagli attentati di Madrid a quelli di Taba, dagli ultimi strascichi della Sars, seguita poi dalla febbre dei polli in Thailandia, al terremoto in Giappone, dall’Euro forte alla perdurante crisi economica. Tutti fattori che hanno convinto i turisti a rimanere a casa o a scegliere altre mete. L’andamento generale in Italia è stato pertanto negativo. Uniche eccezioni la Sicilia e la Sardegna, che hanno chiuso il bilancio con il segno più.
Resta il fatto, però, che l’Italia sta perdendo attrattiva e le riforme chieste più volte dalle associazioni tardano ad arrivare. Forse anche perché le associazioni continuano ad aumentare e probabilmente la loro voce perde consistenza. In questo scenario va citata la controversia sorta tra la Fiavet e la Confcommercio che al proprio interno ha “rispolverato” la Confviaggi, che di fatto crea una nuova figura di riferimento all’interno di Confcommercio. Polemiche a parte, il bilancio sul fronte delle riforme chiude tra tante ombre e qualche luce. L’adeguamento dell’Iva ai maggiori competitors europei, ad esempio, sembra destinata a rimanere utopia, ma sul fronte delle novità sembra vicino al traguardo la riforma dell’Enit, che una volta trasformata in Agenzia potrà dare nuovo slancio al settore.

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