mercoledì, 17 Luglio 2024

Ryanair/4: Volare, passo indietro per libero mercato

La decisione potrebbe avere ricadute negative su scali regionali

Non l’ha presa bene Volare, la prima compagnia aerea italiana totalmente low cost, la notizia della sentenza Ue su Ryanair, la regina dei cieli “no frills”. ”Un passo indietro dannoso, un tentativo di imbrigliare un mercato che si è fatto spazio in modo preponderante ed è destinato a crescere”. Pollice verso al verdetto di Bruxelles su Ryanair, da parte di Volare Group, che nel febbraio scorso ha lanciato Volareweb.com, prima low cost italiana. Nessuna implicazione economica diretta, piuttosto solidarietà di schieramento per affinità di problematiche: ”la decisione della Commissione Ue su Ryanair non ci riguarda direttamente – afferma infatti il direttore commerciale di Volare Group, Edgardo Badiali – non abbiamo tipi di accordi sul tipo di quello sanzionato. Ma siamo solidali con l’amministratore delegato Michael O’Leary. La decisione di Bruxelles ci preoccupa in quanto tentativo di mettere briglie regolatorie a un sistema che ha reso tutto più efficiente, scali e compagnie tradizionali compresi”.
Volare è l’unica compagnia italiana a far parte di Elfaa
(Europea low fares airline asssociation), associazione europea dei vettori low cost. Badiali siede nel comitato esecutivo delle 11 compagnie (tra cui la stessa irlandese Ryanair), pari al 15% del mercato europeo del trasporto aereo, dove tutto il settore low cost copre ormai una quota 20%. ”Ci auguriamo che quello di Bruxelles non voglia essere un inizio di briglie”, ma non sono in discussione i prezzi dei biglietti, quelli non aumenteranno. ”Il fenomeno del basso costo è il risultato di molteplici componenti – spiega Badiali – recupero d’efficienza, miglior utilizzo degli aeromobili, contenimento delle spese, strategie commerciali. Il fattore aeroporto è solo uno dei tanti. La decisione di Bruxelles potrà forse comportare un aumento di qualche euro in più sui biglietti di Ryanair, 50 euro invece di 45; 24 invece di 19. Che differenza fa per il cliente? La preoccupazione è ben altra. Il verdetto della Commissione europea fa specie, perché può essere letto come un tentativo di mettere corsetti controproducenti a un processo di liberalizzazione già in atto, creando un danno non solo alle compagnie ma anche agli scali minori che all’ aumento di traffico traggono indotto e posti di lavoro. Un processo di liberalizzazione e concorrenza da cui traggono vantaggio tutti, compagnie, aeroporti, clienti. E qualcuno ora vuole metterci un freno”. La linea scelta da Bruxelles non comprimerà lo sviluppo degli aeroporti regionali? si chiede ancora Badiali. ”Uno scalo già intasato, sotto pressione di traffico, non fa certo discount. E la scelta di puntare su uno scalo marginale è anche una sfida. E’ vero che l’unica compagnia a beneficiare di Charleroi è Ryanair, come dice Bruxelles, però è anche vero che è l’unica ad esserci andata”. Il direttore commerciale di Volare Group non si allinea alle accuse secondo le quali dietro la decisione di Bruxelles ci sarebbero le pressioni dei vettori tradizionali. ”Piuttosto, è mancata un’azione di lobbing da parte delle altre. Il fenomeno Ryanair, che fa 24 milioni di passeggeri l’anno ed ha una capitalizzazione maggiore dei maggiori colossi europei dei cieli, non è ancora conosciuto a sufficienza. Le problematiche che riguardano i vettori low cost, significativamente diverse da quelle che toccano i competitori tradizionali, sono ancora troppo poco rappresentate a livello politico. Soprattutto in sede di Europarlamento”.

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