sabato, 29 Giugno 2024

Sas, il rilancio passa da mega piano tagli

La Danimarca potrebbe cedere la sua quota azionaria

La Sas firma i nuovi contratti di lavoro del personale che le consentiranno di ridurre il costo del lavoro di 2 miliardi di euro e di avviare il piano di rilancio della compagnia da circa 14 miliardi di euro. Il gruppo ha infatti definito azioni di riduzione dei costi per un valore di 12,5 miliardi di euro mentre gli altri 2 miliardi di euro deriveranno dai risparmi ottenuti con i nuovi contratti siglati ora e che riguardano tutto il personale del Gruppo. La compagnia, intanto, è impegnata nella costituzione di società indipendenti nei diversi paesi scandinavi che faranno poi capo al consorzio Sas, in cui l’attività del trasporto aereo internazionale diventerà una ‘business unit’ del gruppo consorziato. In quest’ottica il governo danese, proprietario
assieme alla Norvegia e alla Svezia del 50% della compagnia, ha annunciato l’intenzione di voler cedere la sua partecipazione. Sas è attualmente quotata per il 50% in Borsa mentre l’altra metà del capitale è detenuto dai tre governi scandinavi: la Danimarca e Norvegia hanno rispettivamente il 14,3% e la Svezia il 21,4%. ”Con la stipula dei nuovi contratti di lavoro tra Gruppo Sas e sindacati il piano di rilancio 2005 della compagnia aerea può adesso procedere come previsto” spiega la compagnia, secondo la quale ”il piano di rilancio 2005 assicurerà al Gruppo Sas competitività e redditività nel lungo periodo”. ”Siamo riusciti ad ottenere i risparmi previsti dal nostro piano di rilancio e grazie al senso di responsabilità dimostrato dai sindacati abbiamo oggi le condizioni per diventare una tra le più competitive compagnie aree in Europa”, ha dichiarato Jorgen Lindegaard, a.d. del Gruppo. Il piano di rilancio 2005 prevede la costituzione di compagnie aeree indipendenti in Danimarca, Norvegia e Svezia: in Norvegia, Scandinavian Airlines sarà integrata con Braathens e la nuova entità che opererà con il nome Sas Braathens diverrà una consociata del consorzio Sas. Con i nuovi contratti firmati, afferma il Gruppo, la nuova
compagnia Sas Braathens potrà operare con livelli di costi
competitivi. In Danimarca e Svezia il personale Sas verrà
trasferito alle nuove società in fase di costituzione in virtù dei nuovi contratti siglati. Le attività inerenti i voli intercontinentali saranno invece organizzate in ‘business unit’ del consorzio. Per quanto riguarda i costi del personale, questi saranno considerevolmente ridotti grazie agli accordi siglati con la controparte sindacale: porteranno risparmi per circa 1,5 miliardi di euro a partire dal 2005, mentre nel corso del 2004 la compagnia prevede di risparmiare circa 800 milioni di euro. In particolare il contratto siglato con i piloti porterà risparmi valutati in circa 700 milioni di euro, quello relativo agli assistenti di volo contribuirà per circa 400 milioni mentre i rimanenti risparmi derivano dalla firma di altri contratti. Per il Gruppo ciò permetterà di conseguire nel 2005 l’ambizioso obiettivo di riduzione dei costi per circa 14 miliardi di euro. Il Gruppo prevede anche di risparmiare ulteriori 500 milioni di euro attraverso l’implementazione di nuovi modelli di business e di distribuzione. Il contratto con il personale di cabina prevede inoltre la semplificazione nella struttura degli aumenti salariali che permetterà al Gruppo di conseguire risparmi oltre il 2005. Infine la sinergia risultante dalla fusione tra Braathens e SAS in Norvegia e l’introduzione di una nuova struttura organizzativa consentiranno al Gruppo di risparmiare circa 200-300 milioni di euro. Quanto infine all’annuncio del governo danese di voler cedere la sua partecipazione, la decisione, ha detto il ministro delle Finanze, Thor Pedersen, arriverà non appena la compagnia si riporterà in attivo. ”Il punto di vista del governo è che la Sas ha il diritto di svilupparsi liberamente e che il monopolio di Stato ha reso difficile alla compagnia di essere competitiva” ha detto Pedersen secondo il quale ”se la compagnia vuole sopravvivere ed essere una società sana, la cosa migliore è che gli Stati cedano le loro partecipazioni”. Il piano industriale della compagnia, il cui bilancio è attualmente in perdita, prevede di raggiungere un risultato positivo per 560 milioni di euro tra tre anni

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