mercoledì, 17 Luglio 2024

Scioperi, il 26 marzo la Sicilia si ferma

Dopo 12 anni Cgil, Cisl e Uil chiamano a raccolta i lavoratori

Contro la politica industriale della Regione, ”immobile mentre le grandi imprese abbandonano l’ isola”; contro l’assenza di politiche a sostegno dell’occupazione, mentre i senza lavoro sono il 20%, e di assistenza delle fasce più deboli, ”180 mila persone, pari al 10,8%, in condizioni di assoluta povertà. Dopo 12 anni dall’ ultimo sciopero regionale, su questi temi Cgil Cisl e Uil chiamano alla mobilitazione generale i lavoratori siciliani. Lunga e articolata la piattaforma rivendicativa che porterà in piazza a Palermo, il prossimo 26 marzo, lavoratori provenienti da tutta la Sicilia. Sotto accusa c’ è la politica del governo regionale in materia di sanità, di sostegno all’economia, di investimenti per potenziare le infrastrutture. Ma soprattutto c’ è la questione del lavoro, ”verso cui – spiega il leader siciliano della Cisl, Paolo Mezzio – l’ azione del governo è fragile e incerta e che nei fatti mette in discussione gli obiettivi di Lisbona che prevedono un tasso di occupazione del 70% entro il 2010, contro il 44% di oggi”. Carmelo Diliberto, numero uno della Cgil siciliana, invita alla mobilitazione ”tutte le forze sane della società”. ”Intendiamo costruire – dice – una nuova ipotesi di sviluppo
che offra più lavoro, più diritti, più tutele, più sicurezza, più legalità”. E in questo senso, avverte il leader siciliano della Uil Claudio Barone, ”puntiamo alla più
efficace sintesi delle diverse posizioni sindacali sulle grandi questioni aperte dell’ economia e della società”.

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