sabato, 11 Maggio 2024

Stangata fiscale Ue, la reazione dei T.O.

L’Iva va conteggiata sui reali introiti e non sul prezzo complessivo del pacchetto

La reazione dei tour operator alla notizia che si dovrà pagare l’Iva sul prezzo complessivo del pacchetto, anche in caso di successivo sconto, non si è fatta certo attendere, anche se sostengono di dover approfondire la sentenza prima di poter esprimere un giudizio completo. Il presidente di Assotravel Andrea Giannetti, spiega che ”il problema sta nell’interpretazione della gestione fiscale nel settore: come si può pensare che il ricavo di tour operator e agenzie – si chiede – sia quello del listino? Non accade in nessun settore, sarebbe assurdo e fuori di logica pensare una cosa del genere. L’Iva si paga sugli introiti reali, non su un importo teorico, fa fede, insomma, quanto realmente fatturato”. Per questo Giannetti sostiene di voler vedere il testo della sentenza prima di esprimere un giudizio completo. Non sembra invece preoccupato Alberto Corti, direttore dell’Astoi, associazione che rappresenta i tour operator, che spiega anche che la sentenza è nota dal mese di giugno. ”Quel pronunciamento – spiega Corti – è legato ad una interpellanza avanzata alla Corte europea da un tour operator inglese. In Inghilterra esiste infatti una procedura secondo la quale si tendono a pubblicare listini con prezzi leggermente rialzati per consentire poi all’agenzia di concedere un sostanzioso sconto al cliente. Ma in Italia non è affatto così: i listini hanno i prezzi che vengono poi applicati, l’agenzia non decide il prezzo finale di vendita. Quindi questa non è una sentenza che a noi operatori del settore cambia la vita”. Semmai, secondo Corti, il documento della Corte di Giustizia dell’Ue ha il merito di far lavorare la Corte europea sui meccanismi con cui funziona l’Iva per i tour operator: ”Ben venga – dice – che siano analizzati a fondo”.

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