domenica, 18 Agosto 2024

Starwood, bisogna saper rilanciare il marchio Costa Smeralda

Pachner, è un brand solido su certi mercati, ma in Oriente è sconosciuta

Il segreto della Costa Smeralda? Non
e’ una questione di moda, ne’ di vip. Parola di Jan Pachner,
giovane director sales and marketing della Starwood, la societa’
che gestisce la catena di alberghi di lusso della Costa,
complessivamente 750 quelli sparsi in tutto il mondo.
Trentaquattrenne austriaco, Pachner e’ approdato alla
Starwood dell’esclusivo paradiso delle vacanze della Sardegna
appena due anni e mezzo fa – prima era stato direttore
commerciale dello Sheraton di Roma -, ma conosce bene il segreto
del successo, e dei limiti, della Costa Smeralda. La fama,
infatti, non raggiunge con la stessa intensita’ tutti i paesi
d’Europa e del mondo. ”C’e’ difficolta’ innanzitutto a
collocare la Sardegna per gli stranieri occidentali – spiega
Pachner -, e peggio in Oriente, dove nessuno la conosce. Per
questo l’80% del nostro lavoro verte sul marketing destination:
cerchiamo prima di spiegare dov’e’ l’Isola e cosa offre, poi si
parla della Costa Smeralda”.
Gli italiani restano sempre ai primi posti nella classifica
delle presenze, seguono gli americani (14%), gli inglesi, i
tedeschi (in forte aumento grazie all’affermazione del low cost
da e per la Germania) e i francesi. Il mercato orientale, come
quello giapponese, per quanto appetibile, ”resta difficile da
conquistare perche’ la Sardegna e’ pressoche’ sconosciuta”,
ribadisce Pachner. Cosi’, invece di colpire indistintamente sui
potenziali turisti, la Starwood Costa Smeralda punta alla
conquista dei mercati europei e statunitensi in espansione e a
consolidare quello italiano. ”Ci stiamo occupando, in
particolare, della terza generazione – precisa il direttore
marketing – e dobbiamo dire che funziona: i giovani vengono qui
ogni anno, come i loro nonni 30-40 fa”.
Il successo della Costa Smeralda non e’, quindi, una
questione di moda – e il ricambio generazionale lo conferma -,
ma nemmeno di vip. ”Vorrei che alla Costa si pensasse
diversamente da come se ne parla, nei giornali ad esempio – dice
Paschner – I vip, le feste, il divertimento vanno bene, ma
bisogna puntare su altro”. Allora qual e’, oltre alle bellezze
naturalistiche e architettoniche, che si fondono e si
confondono, cui prendono spunto architetti da tutto il mondo, la
carta da giocare anche per il futuro? Pachner non ha dubbi:
lasciare intatto il mistero e la magia, non arrendersi alla
mercificazione e rifuggire dall’effetto, effimero, del ‘luna
park’: quando le luci si spengono tutto svanisce. E per fare
tutto questo non basta conservare e difendere l’esistente:
”Siamo per il cambiamento – dice infatti Pachner -, in linea
con la proprieta’ (la Colony di Tom Barrack nrd) -, ma che sia
adeguato nei tempi e nei modi”.
Al primo punto, ritorna il cruccio dell’allungamento della
stagione: la Starwood l’ha gia’ fatto quest’anno, tenendo aperti
i suoi alberghi oltre i tre mesi estivi e promuovendo
manifestazioni sportive ed eventi artistico-musicali. Ma i
risultati non sono stati quelli sperati. ”E’ una questione di
saper fare sistema: l’albergo aperto, cosi’ come l’evento, non
bastano – spiega il direttore marketing – C’e’ tutto un contorno
che va curato, dai negozi alle manifestazioni collaterali, ma
questo non possiamo provvedere noi, devono essere le
amministrazioni comunali a venirci incontro”.

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