Si riaccende in Sardegna la polemica sulle cosiddette “tasse sul lusso” introdotte quest’anno nell’isola per le seconde case e lo stazionamento di aerei e barche private oltre i 14 metri. Secondo il presidente dell’UnionTurismo, Gian Franco Fisanotti, che si è fatto portavoce delle proteste degli operatori turistici sardi, “i provvedimenti della Giunta Soru hanno causato all’industria turistica dell’isola un calo degli arrivi di circa il 50% del quale ne hanno beneficiato Corsica e Montecarlo”. Immediata la reazione da parte della Giunta regionale, che aveva appena ricevuto da Oristano riscontri positivi sull’andamento della stagione con incremento del 20% per gli alberghi e del 7-8% per le altre strutture tra gennaio e agosto. Per il presidente della Regione, Renato Soru, sulla stagione turistica in Sardegna continuano ad essere diffuse “notizie false su un calo delle presenze, sulla base di dati non veri”. Piuttosto, ricorda Soru, per ora il dato certo è di un incremento degli arrivi pari al 3,5%. Dal canto suo il presidente di UnionTurismo ha ribattuto spiegando di aver personalmente apprezzato l’intenzione espressa da Soru di puntare sulla valorizzazione delle zone interne dell’isola (“ricche di cultura, tradizioni e altre opportunità”). “Ma non posso condividere – ha concluso Fisanotti – iniziative, come le nuove imposte, che anziché agevolare i flussi turistici finiscono col penalizzarli. Di tutto abbiamo bisogno, per far crescere il nostro comparto, tranne che di nuovi balzelli”. Immediata la replica dell’assessore regionale del Turismo, Luisanna Depau, che nel ricordare come la tassa si inquadri in una politica di indirizzo finalizzata alla tutela dell’ambiente, ha precisato: “La Sardegna, secondo una indagine Doxa di quest’anno commissionata dal Ministero per le Attività produttive, è la prima regione italiana nelle preferenze dei turisti stranieri per le coste e il mare più belli”.
