Tempi duri per le compagnie aeree al di la' dell' Atlantico. Le richieste di bancarotta inoltrate ieri da Delta e Northwest, rispettivamente terzo e quarto vettore del nuovo continente, hanno ufficialmente aperto la piu' grande crisi del trasporto aereo americano dopo il collasso dei primi anni '90. Il caro-greggio, l' aumento del costo del lavoro, la concorrenza spietata delle compagnie a basso costo e, come se non bastasse, l' uragano Katrina: sono queste le motivazioni che i due vettori hanno addotto come giustificazione della pesante crisi finanziaria, che le ha costrette a rivolgersi al tribunale fallimentare di New York. Le perdite accumulate dai due vettori negli ultimi cinque anni, cioe' dal 2000, ammontano a 38 miliardi di dollari e i debiti contratti sono pari a 19,9 miliardi per Northwest e a 28,3 per Delta, che con i suoi 21,6 miliardi di asset diventa il piu' grande caso di fallimento statunitense dell' anno e il secondo, dopo United, nella storia dell' aviazione d' oltreoceano. La situazione e' preoccupante: quattro delle sette principali compagnie statunitensi sono, infatti, inserite nell' archivio del cosiddetto Capitolo 11 che, in base alla normativa finanziaria americana, consente alle imprese sull' orlo del collasso di continuare ad operare. Per ritrovare situazioni di crisi peggiori bisogna risalire al 1991, quando Eastern Air Lines, Braniff, Continental e Pan Am erano sotto amministrazione controllata. Le sei cosiddette 'legacy airlines' – American Airlines, United, Delta, Northwest, Continental e Us Airways – che vantano una storia che risale agli anni '20, hanno conseguito perdite per un totale di 38 miliardi negli ultimi quattro anni e prevedono ulteriori 10 miliardi di rosso per l' anno in corso. Nel frattempo, le compagnie rivali come Southwest, Jetblue e Airtran, hanno ottenuto ottimi profitti dalla deregolamentazione del settore del 1978. Circa la meta' dei posti a sedere sugli aerei degli Stati Uniti e', ora, sotto amministrazione controllata: Delta e Northwest, che insieme trasportano quasi 200 milioni di passeggeri l' anno, seguono le sorti di United Airlines, in bancarotta protetta dal 2002, e US Airways. Entrambe le aziende assicurano i propri clienti che le tabelle dei voli e i programmi fedelta' rimarranno invariati, ma saranno costrette a tagliare il personale e a ridurre i fondi pensionistici.